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A Maddaloni più che un luogo di aggregazione è una vera e propria istituzione. È il locale che ha riacceso un faro nel buio, una luce in una città che vedeva la sua curva in perenne picchiata in materia di posti dove ritrovarsi con gli amici. Il “Lithium” può vantare una medaglia tutt’altro che simbolica: aver riportato la storica Piazza Ferraro ai fasti degli anni Ottanta, quando migliaia di giovani si aggregavano senza social e senza APP e non c’era bisogno di macchine e motorini per raggiungere Caserta e Napoli. Attraverso un percorso basato su crescita professionale, il caro vecchio passaparola e tanta qualità offerta ai propri clienti, il “Lithium” è ormai una consolidata realtà capace nella “mission impossible” di far riscoprire la propria città a tantissimi maddalonesi. Dal Giugno 2017, con la nascita del Bistrot, il consenso è cresciuto a dismisura varcando i confini provinciali e diventando luogo ideale per tutta la famiglia. Il locale fondato da Filippo Suppa nel dicembre 2013, nella sua nuova sede, è diventato oltre ad un eccellente bar anche ristorante-paninoteca con birre selezionate e soprattutto prodotti di eccellenza.

Sulle varie guide di ristorazione online si sprecano le recensioni positive con tanto di stellette per cocktail, panini e baguette. Senza contare che dire “Lithium” significa anche musica dal vivo e serate a tema. Dal 10 marzo scorso anche la vita del locale è stata letteralmente stravolta: serrande abbassate, niente musica che rimbomba dalle casse, grandini e spazi esterni rigorosamente vuoti in attesa di capire quale sarà il futuro dei locali di aggregazione.

Dal 27 aprile, però, la cucina torna ad essere inondata di profumi, sapori e creatività. La “fase 2” nasce con la sola consegna a domicilio e con orario ridotto (dalle 16 alle 22). Una ripresa invocata e sperata con la quale bisognerà imparare a convivere con l’auspicio che possa portare benzina nei motori. Lunedì mattina ci sarà la sanificazione (che non riguarderà solo il locale ma anche i macchinari e l’auto adoperata per le consegne, oltre alle visite mediche di tutto il personale che, a ranghi ridotti, provvederà a riaccendere luci e fiducia). “Ripartiamo principalmente per due motivi: ritrovare quell’entusiasmo e quello spirito combattente che ci ha sempre contraddistinto e per tentare la disperata impresa di rimettere un pochino a posto i conti. In questi giorni – ci confessa l’amministratore Filippo Suppa – ho chiuso nel cassetto il libro delle spese. Meglio non guardarlo, altrimenti avrei cambiato idea sulla riapertura. Abbiamo chiuso ad inizio marzo, con un ampio rifornimento appena effettuato che è andato perso. Partiamo con una spesa importante sostenuta per la sanificazione e tutto il materiale a norma con il quale ci dovremo “vestire”. È un ritorno scandito dall’affetto smodato che la nostra clientela ci ha dimostrato in questo periodo con messaggi di affetto e vicinanza. In un certo senso è stato il pubblico a richiedere che bistrot tornasse a funzionare in attesa di tempi migliori. Siamo consapevoli che l’attuale giro d’affari potrebbe non coprire nemmeno le spese ma, era importante ripartire”.

(Archivio ufficiale Lithium)
  • Colpa anche dell’orario ridotto?

Un’autentica ingiustizia non poter operare l’intera giornata, dovendo comunque sostenere costi come personale e fitto. Credo che potremmo contare su un “tempo effettivo” di lavoro di circa tre ore, a differenza di altre attività, come i supermercati, che hanno avuto un trattamento diverso. Il servizio della consegna a domicilio non è stato molto rispettato, eppure, ha una funzione importantissima: permette alla gente di non uscire da casa ed evitare i famosi assembramenti

  • Cosa significa per il Lithium questa riapertura a singhiozzo?

Una scelta romantica e la tremenda voglia di tornare a lavorare. Restando chiusi avremmo aggirato tanti dubbi e paure. Sappiamo già che a maggio ci saranno da sostenere spese durissime (corrente elettrica in primis) che torneranno a regime. Gli aiuti dello Stato sono davvero poca cosa e in molti casi l’accesso è difficile se non impossibile. Diciamo che abbiamo voluto vedere il bicchiere mezzo pieno, ancora una volta abbiamo voluto accettare una scommessa, anche se sappiamo che la strada è in salita

  •      Dire “Lithium” vuol dire soprattutto aggregazione, serate a tema, ritrovarsi con gli amici, la live music. Da esperto e navigato operatore del settore, come immagini il futuro?

La nostra ristorazione e i nostri prodotti sono, fortunatamente, molto apprezzati ma, il marchio Lithium nasce come ritrovo di giovani e con tantissime famiglie che ci hanno scelto per le loro feste più importanti. Per il futuro vedo uno scenario deprimente: non ci sarà la nostra amata musica, saremo mascherati da uomini-COVID, dovremmo capire bene questo discorso del distanziamento. Come sarà gestito? All’ingresso bisognerà dividere le comitive? Se vengono dieci amici a prendersi una birra e vorranno trattenersi all’esterno, cosa succederà? Saranno multati e ci saranno conseguenze anche per i titolari del locale? Credo – sottolinea Filippo Suppa – che bisognerà davvero riunire intorno ad un tavolo tutte le autorità, da quelle cittadine a quelle sanitarie, passando per le forze dell’ordine. Quando scatterà la vera ripresa sarà necessaria la collaborazione di tutti, le attività commerciali rischiano un danno clamoroso”.

Filippo Suppa, anima del progetto Lithium
  • Tu nel corso degli anni sei sempre stato promotore di novità…

Qualcosa proporrò alla nostra Giunta Comunale. La mia idea? Sfruttiamo gli spazi esterni. Rivalutiamo una volta per tutte le proposte di ristoro degli operatori di Piazza Ferraro. Creiamo un’area ufficiale con spazi stabiliti, distanziamento e controlli. All’interno dei locali sarà quasi impossibile operare, riscopriamo il Centro Storico come succede in tanti altri luoghi. Sarebbe una boccata d’ossigeno per i locali e credo ne guadagnerebbe in bellezza anche Maddaloni. Spero che qualcuno voglia ascoltarmi. Combattiamo le restrizioni attraverso gli spazi aperti

  • Tornando al bistrot: la pietanza che non vedi l’ora di tornare a preparare?

Sicuramente il nostro leggendario Chianchiere Acchittato” (hamburger Buonanno, fior di latte di Alvignano, mortadella piastrata, parmigiana di patate, pesto di pistacchio), il panino più amato dai nostri clienti che tante soddisfazioni ci ha regalato

Vincenzo Lombardi