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Tra campionati dichiarati conclusi e tornei pronti a ripartire, ci si interroga sul futuro della Serie A: al momento non c’è una data per ricominciare

In Germania la Bundesliga è pronta per ripartire da dove tutto era stato interrotto. La proposta era quella di tornare in campo il 9 maggio, nonostante gli stadi vuoti e con l’obbligo di rispettare le norme igienico-sanitarie. Alla fine – nonostante la discussione tra chi opta per l’uso della mascherina e chi è contrario – si ricomincerà tra metà e fine mese. I ministri dello sport dei 16 Lander tedeschi infatti, hanno dato il via libera alla ripresa: per l’annuncio ufficiale si aspetta l’incontro con la Cancelliera Merkel in programma questo giovedì. Sulla stessa linea della Bundesliga si schiera la Premier League: il calcio di Sua Maestà ha in programma di ritornare in scena il 9 giugno e qualcuno – Arsenal, West Ham e Brighton – ha già ripreso gli allenamenti. Anche in questo caso i club dovranno seguire un protocollo atto a tutelare la salute di tutti coloro che fanno parte del gruppo squadra.

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Discorso diverso in Francia: il primo ministro Edouard Philippe ha dichiarato chiuse la Ligue 1 e la Ligue 2 (la B transalpina). Il calcio d’oltralpe si allinea a quello belga e olandese: mentre l’Eredivisie ha scelto di non assegnare lo scudetto (in testa c’era l’Ajax), la Pro League belga aspetta la decisione ufficiale da parte del Governo che ha proibito tutte le manifestazioni di massa fino al 31 agosto. Da decidere inoltre se attribuire o meno il titolo al Bruges primo in classifica. Occorrerà anche indicare le squadre che parteciperanno alle prossime competizioni europee, come stabilito dalla UEFA e capire il destino delle francesi PSG e Lione impegnate ancora nell’attuale edizione della Champions League. In bilico anche il futuro della Liga: la battaglia è tra il presidente della lega spagnola Javier Tebas – favorevole alla ripresa – e il sindacato dei calciatori, meno propensi a tornare in campo.

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E LA SERIE A?

È la domanda alla quale chi dovrebbe dare una risposta precisa non la dà e chi non ha il compito di darla cerca di capirci qualcosa. Stabilito che si potrà tornare ad allenarsi a partire dal 18 maggio, inteso che il Ministro dello Sport Vicenzo Spadafora ha già dichiarato che la ripresa degli allenamenti non significa ripartenza automatica del campionato e premesso che i 20 club di Serie A appaiono tutt’altro che compatti nel voler scendere sul terreno di gioco, si continua a ragionare per ipotesi. Senza dimenticare il se d’obbligo, ovvero, se l’emergenza sanitaria consentirà di essere ottimisti nel ritorno lento e graduale alla normalità.

E dunque, ipotizzando che tutto proceda nel migliore dei modi, metà giugno potrebbe essere una data plausibile. Ma l’altra domanda è: ripartendo il 14-15 giugno, si riuscirà a disputare le restanti 124 partite in 50 giorni? La FIGC ha stabilito che la stagione dovrà concludersi entro il 2 agosto, dovendo poi lasciare spazio a Champions ed Europa League. E manca all’appello anche la Coppa Italia. Ecco perché si sta ragionando su formule alternative che possano diminuire il numero di partite, come i play off e i play out. Ma anche in questo caso si tratta di ipotesi che dividono i club di A. La sensazione è che si faccia fatica a trovare una soluzione condivisa da tutte le parti. Al momento un piano ben preciso su cosa sarà il futuro del campionato italiano non è stato ancora ufficializzato, né da parte del Governo né da parte delle varie componenti che appartengono al settore calcio.

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Luigi Ottobre