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MADDALONI- Disattenzione verso i più fragili. Spesso, dietro la chiacchiere, le polemiche e i comunicati stampa di consiglieri comunali e movimenti politici, c’è poco o nulla. I numeri sono impietosi: Maddaloni è il comune della provincia di Caserta, oltre i 10mila abitanti, in cui sono stati spesi più soldi nel gioco d’azzardo. Ben 146 milioni di euro all’anno piazzandosi al poco individuale 105esimo posto su scala nazionale (dati 2019). Un’emergenza sociale che dovrebbe essere ai primi posti delle agende politiche. E invece? si gioca all’interpretazione delle norme.

Gaetana Crisci

Consigliera Gaetana Crisci che ne è stato della sua proposta di regolamentare le problematiche legate al gioco d’azzardo?

Ho formalmente chiesto alla Prima Commissione di riprendere i lavori sul Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo, in virtù anche della recentissima legge regionale del 2 marzo 2020.

Riprendere? Ma non era una grave emergenza?

I lavori, iniziati l’anno scorso, erano stati interrotti perché, anche a seguito di interpello alla segretaria generale da parte del Presidente della Commissione Legislazione, Organizzazione e Personale, si era ritenuto superfluo adottare un regolamento a seguito di una nuova normativa nazionale che disciplinasse la materia.

Insomma, non si è fatto nulla. Il problema, in tutta la sua drammaticità resta… 

Infatti, la mia proposta di regolamentare è stata accolta. Sono contenta che sia una scelta condivisa fotografare e regolamentare in maniera puntuale quella che a tutti gli effetti si dimostra una piaga sociale attuale e incontrollata.

Solo regole?

Ritengo altresì necessario, affiancare alla regolamentazione, una politica di sensibilizzazione della cittadinanza con progetti che abbiano la finalità non solo di prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo ma anche di tutela delle vittime collaterali e cioè dei prossimi congiunti di coloro che hanno una dipendenza da gioco.

Nel frattempo è stato licenziato il Regolamento della Consulta dell’Ambiente. Servirà a qualcosa?

Ho, nei lavori che hanno preceduto l’approvazione, manifestato i miei timori per le ingerenze politiche. Una situazione che reputo mortificante per il ruolo della Consulta in quanto tale. Mi spiego. Così come concepita, sembra un appannaggio della Commissione consiliare Ambiente e Territorio. Ora, se si ammette una consulta che prevede una nomina degli organi principali ad opera della politica a trazione di maggioranza, questa può essere vista come una scelta di opportunità politica ma credo non ci si sia resi conto che si sta in qualche modo asserendo che la Terza Commissione consiliare non è in grado di svolgere le funzioni che le competono.

Una specie di sfuducia e svuotamento delle funzioni istituzionali?

Mi preme  ricordare che il Presidente, che tra l’altro stimo come persona,  appartiene alle forze di maggioranza. Anzi, mi rammarica molto che il suo ruolo e l’organo che presiede, vengano svuotati di senso e di contenuto. 

A proposito i commissioni. Ma non si stava discutendo della commissione pari opportunità?

Non voglio poi proferir parola sulle Commissioni Donna e Pari Opportunità di cui sto chiedendo l’insediamento sin dalla mia entrata in consiglio comunale. È un argomento purtroppo questo che mi tocca particolarmente e la passività con cui questa amministrazione risponde all’invito di adoperarsi in merito è davvero sconcertante. Quello della violenza che calca le pagine di cronaca è un tema purtroppo molto sentito sul nostro territorio e soprattutto in questo momento di convivenza forzata, gli episodi di violenza, maltrattamenti e mobbing familiare aumentano a dismisura e credo che i servizi sociali ne abbiano consapevolezza. Se nemmeno questo riesce a smuovere le coscienze dei nostri amministratori, l’unica cosa che mi sovviene al momento è: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate“.

Redazione