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La memoria digitale resta lì scolpita nell’etere. Offre sempre un impietoso raffronto tra enunciati e realtà. Sembra passata una vita, complice la pandemia che ci ha rinchiusi in casa e che ci ha messo a confronto con altre esigenze ed emergenze. Invece è trascorso solo un mese e mezzo quando proprio in nome dell’epidemia che ben presto sarebbe stata classificata come pandemia, ben 4 sindaci dell’intera Valle di Suessola si fecero promotori della richiesta invocata proprio in virtù di quell’esigenza e quell’emergenza.

LEGGI LA LETTERA ALLA REGIONE

Con un documento comune, i quattro sindaci della Valle di Suessola scrivevano al presidente De Luca per chiedere la riapertura del pronto soccorso di San Felice a Cancello dopo la chiusura di quello di Maddaloni, ormai “Codiv Hospital”.

A un mese e mezzo di distanza alcuna risposta è arrivata né dalla Regione Campania, né dalla direzione dell’Asl di Caserta, senza ovviamente tener conto che
l’Ave Gratia Plena di San Felice a Cancello è di competenza della Direzione Sanitaria di Maddaloni.

Nel bel mezzo però in quattro hanno cantato vittoria sul rischio di chiusura del reparto di cardiologia, già svuotato di pazienti proprio per limitare il rischio di contagio al covid-19.

Anche in quell’occasione i 4 sindaci hanno preso posizione unitaria, soprattutto invocata dai 3 cardiologi in servizio al reparto, 2 ex sindaci e un candidato sindaco, tutti politicamente influenti. Dalla Direzione Sanitaria arrivò la nota in risposta con cui si specificava che il reparto non veniva dismesso, ma semplicemente si procedeva a dimettere i pazienti e solo a quel punto destinare i cardiologi in supporto al Covid Hospital di Maddaloni, dove forse servivano di più. Ecco il vero motivo della sollevazione dei cardiologi-politici e dei 4 sindaci amici.

PER APPROFONDIRE

Da allora l’Ospedale di Arienzo-San Felice è completamente scomparso dalle agende politiche, dopo aver trovato interesse finanche nell’ex sindaco Emilio Nuzzo che invitò tutti alla memoria politica riferita allo stravolgimento del piano sanitario voluto da Bassolino.

LEGGI INTERVENTO DI NUZZO

Meglio non tirare la corda, avranno pensato i 4. Anche perché, la struttura sarebbe stata davvero pronta?

Dopo dieci anni di attesa, infatti, e a due dalla data ufficiale di consegna (fissata per il 2017), doveva aprire l’Hospice per la degenza per malati finali e cure palliative a marzo 2019. Data spostata a maggio 2019. Poi, sono arrivati i problemi con la ditta e la consegna o completamento dei lavori. Mancano gli arredi e il completamento di piccoli lavori finali. L’inaugurazione è tutta da programmare.

La riapertura del pronto soccorso è diventata ormai una moda stagionale dal punto di vista politico, a maggior ragione sotto le scadenze elettorali (tra i 4 ci sarà un sindaco che dovrà ricandidarsi e un altro che nasconde a malapena l’ambizione alla candidatura regionale con sponsor di tutto livello); nella pratica però è tutto un rebus, dalla difficile e quasi impossibile soluzione.

Redazione On Line