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Anche un navigato e consolidato uomo di televisione come Carlo Conti non è riuscito a nascondere l’emozione e a tratti la difficoltà nel presentare uno storico Gran Galà a porte rigorosamente chiuse. Nello studio silenzioso ed isolato di via Teulada a Roma, la televisione cerca di rimettersi in moto. Va in scena la serata dei David di Donatello 2020, la grande passerella con il meglio del cinema italiano. Passerella rigorosamente in remoto con i protagonisti collegati dal divano di casa con la webcam. La notte dei “David”, rimandata lo scorso aprile, ha rappresentato il primo importante appuntamento del piccolo schermo in tempo di COVID-19. Una serata surreale, senza lacrime, feste ed abbracci, una serata con il costante pensiero rivolto alla profonda crisi che tutto il settore dell’intrattenimento sta attraversando. Non c’è stato un solo momento dello show in cui siano mancate note di solidarietà, speranza ed augurio per tutte le maestranze del settore alle prese con una situazione lavorativa drammatica contornata da mille nubi addensate sul futuro. Non a caso durante la cerimonia televisiva, oltre 4000 sale hanno riacceso luci e schermi. Un gesto simbolico in cui si legge tutta la voglia di tornare presto a sognare. Prima dell’annuncio dei trionfatori, c’è stato il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a tutto il comparto. Il Capo dello Stato ha definito “Il cinema come l’arte del sogno, come tanti grandi maestri italiani ci hanno insegnato. Un sogno che si realizza ogni volta, concretamente, con la collaborazione di tutta una filiera di professionalità – attori, registi, tecnici, sceneggiatori, pittori, scenografi, costumisti, musicisti e tanti altri – e che genera, a livello industriale, un notevole e importante indotto. Per ricostruire il nostro Paese dopo la drammatica epidemia sarà necessario recuperare ispirazioni e, quindi, tornare a sognare e a far sognare. E questo è il compito precipuo dell’arte, della creatività e degli artisti”.

Carlo Conti nello studio vuoto e quasi virtuale dei David 2020

Per oltre due ore, poi, si celebra l’ottima offerta della stagione 2019/2020, di fatto terminata a metà febbraio. Il cinema italiano, tra vecchia e nuova generazione, conferma il suo ottimo stato di forma con titoli che hanno trovato il consenso di pubblico e critica, confermato la bravura dei mostri sacri e mettendo in risalto quelle nuove generazioni che continuano a crescere, rappresentando un grande patrimonio. “Il Traditore” di Marco Bellocchio è il grande trionfatore. Sei statuette totale e un fantastico poker calato sul tavolo: miglior film dell’anno, PierFrancesco Favino miglior attore annunciato grazie alla melodrammatica interpretazione di Tommaso Buscetta. Segue a ruota Luigi Lo Cascio con il meritato David da miglior attore non protagonista (nei panni del pentito Salvatore Contorno). Lo stesso Marco Bellocchio vince, ad 80 anni, il riconoscimento, come miglior regista.

Jasmine Trica tra Stefano Accorsi ed Edoardo Leo: è lei la miglior attrice protagonista

Cinque premi “tecnici” per il “Pinocchio” di Matteo Garrone che stravince nelle categorie scenografia, trucco, costumi, acconciature ed effetti speciali. Bel risultato anche per “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek che si aggiudica il David per la migliore attrice protagonista (Jasmine Trinca) e quello per la miglior canzone originale (“Che vita meravigliosa”) scritta e interpretata da Diodato che continua il suo momento magico dopo la vittoria al Festival di Sanremo con “Fai Rumore”. A Valeria Golino il premio come miglior attrice non protagonista per il film “5 è il numero perfetto”, film novità della stagione, tra noir e fumetto, che vede tra i protagonisti Tony Servillo e Carlo Buccirosso. Tocca a Ficarra e Picone ritirare simbolicamente il premio speciale per i grandi incassi de “Il Primo Natale”, ultimo grande successo al botteghino del duo siciliano.

PierFrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta. E’ lui il miglior attore dell’anno

Una copertina speciale per questi inusuali “David 2020” la merita sicuramente Caserta che sale per ben tre volte sul gradino più alto. Francesco Piccolo firma con Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi e Valia Santella, la sceneggiatura de “Il Traditore”. Per lo scrittore casertano è l’ennesimo successo di una carriera straordinaria. La sceneggiatura, questa volta non originale, premia anche Pietro Marcello, in coppia con Maurizio Braucci, per “Martin Eden”, film tratto dal romanzo di Jack London e trasportato in una Napoli anni ’70. Caserta trionfa anche in musica con la miglior colonna sonora che vede il trionfo dell’Orchestra di Piazza Vittorio diretta Leandro Piccioni, miglior della colonna sonora per “Il Faluto magico di Piazza Vittorio”, musical visionario diretto dal casertano, ex Avion Travel, Mario Tronco. Svanisce sul più bello la gioia per Marco D’Amore, candidato come miglior regista esordiente, con “L’Immortale”, uno dei film più belli ed apprezzati della stagione. Citazione d’obbligo anche per un superlativo Francesco Di Leva, nomination come miglior attore protagonista, per la straordinaria interpretazione ne “Il sindaco del Rione Sanità“, pellicola osannata in tutti i più importanti Festival. Napoli, Campania e Caserta ancora una volta al centro del grande cinema di casa nostra. Un cinema atteso, adesso, a scrivere il copione più difficile, quello che riguarda il futuro.

Vincenzo Lombardi