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Sarà anche un Provveditorato agli Studi distratto, quello di Caserta, ma l’approssimazione nel distribuire cattedre “quota 100”, a bocce ferme ed in attese di una mobilità che si dovrebbe chiudere a metà giugno, non può essere giustificata neanche di fronte alla più ferrea normativa in materia. Se di approssimazione si tratta. Insomma,va fatta chiarezza. Ma saranno valide le immissioni in ruolo del dicembre del 2020 di quota 100 emesse dal Csa, con un duplice elenco in cui si dice una cosa e se ne fa un’altra? Anzi si aggiunge un altro di elenco con una serie di nominativi e di scuole di secondo grado, di cui si sono persi i richiami nel corpo della pubblicazione che dà il via ai nuovi assunti. Forse qualcuno ha commesso l’errore, frequente in Italia, di aggiungere fogli, col sospetto che alcune cattedre non appartengano a quota 100 ma ai normali pensionamenti dai quali si doveva fare una debita distinzione di destinazione. Lo ripetiamo: va fatta chiarezza. Il Provveditore agli Studi, per la verità sconosciuto ai più del territorio per l’incarico che ricopre e per il delicato momento della fase pandemica che attraversa il Paese, non ha esitato a firmare l’atto con i docenti assunti ma non in servizio. C’è tempo anche per questo. Insomma si è trattato di errore o del solito maneggio del tira a campare perché tanto nessuno se ne accorgerà? Se qualcuno pensava che a Caserta ogni attenzione fosse rivolta a come aprire le scuole, si è sbagliato di grosso. Vengono prima le legittime assunzioni e poi tutto il resto della comitiva, che mette insieme alunni, insegnanti, personale Ata e banchi in plexiglass spessore 8mm. Eppure non è passato un secolo da quando la truffa ai danni dello Stato e l’interruzione di pubblico servizio andavano di scena negli uffici dei funzionari della scuola di Caserta. Non può il Provveditore starsene nelle sue stanze senza fare chiarezza sui quota 100: su come vengono presi in giro i docenti che hanno chiesto di trasferirsi a Caserta e che oggi sono al palo, vedendosi ridotti gli spazi per un ritorno in città, certamente non per colpa del Csa di Caserta ma delle priorità che assegna il Miur. Ma ci sono anche quelli che in città già ci sono e sono in attesa di avere una nuova sede. Poveri sfigati, si dirà. Sverneranno un altro paio di anni, in attesa che siano ripristinate le regole del gioco e Roma si ricorderà anche di loro. Però le 3 carte rimarranno sul tavolo fino a quando non si voterà e tutto può succedere E siccome in Italia si vota un giorno sì e l’altro pure, i docenti senza santi in paradiso devono pretenderlo quel posto. Interverrà il Provveditore? E i Sindacati hanno fatto una ricognizione delle cattedre in cui il Provveditore ha fatto sedere altri e nuovi docenti, che andranno a sostituire i quota 100?

Redazione