MADDALONI- La notizia è ufficiosa. Nel senso che manca la formalizzazione dell’atto. Oggi, il segretariato regionale delle Soprintendenze ha approvato la proposta di abbattimento e ricostruzione del Ponte Vapore e quindi il progetto di ricostruzione di Rfi. Visto il clima di nervosa attesa, amplificato anche dallo stop imposto dal lockdown, non è infondato parlare di fumata bianca e di svolta. E poichè non si dorme sugli allori e c’è fretta subito chiediamo al sindaco Andrea De Filippo quali saranno i prossimi passi.
Allora, ora che succede?
Dopo questa attesa, durata quasi 90 giorni, preceduta da un’altra attesa di sei mesi, si passa alla fase attuativa. Aspettiamo la formalizzazione della decisione.
E poi che succede?
Rfi e il comune hanno già completato tutte le conferenze dei servizi (con Telecom, Snam Gas, acquedotto) e quindi si procede alla persa di possesso delel aree necessarie e alla cantierizzazione. Volevo sottolineare il ruolo che in questa vicenda ha svolto l’on. Antonio Del Monaco.
Poichè il fattore tempo è decisivo di cosa stiamo parlando?
Contratto alla mano, il nuovo ponte deve essere consegnato entro un minimo di sei mesi e un massimo di un anno. Quindi stiamo parlando di 12 mesi.
Ma che opera sarà?
Scartato il percorso che ricalca l’andamento curvilineo attuale (sebbene a carreggiata larga). Il Ponte sarà lineare è fungerà da naturale continuazione dell’attuale sede strada di via Cancello. Avrà due ampie carreggiate per ambo i sensi di marcia e due marciapiedi laterali (oggi del tutto inesistenti) da ambo i lati. Una struttura capace, in contemporanea, di soddisfare il transiti veicolare sostenuto, quello dei mezzi pesanti e quello (oggi totalmente negato) dei pedoni e dei ciclisti. La carreggiata più larga e i marciapiedi rivoluzioneranno anche l’immissione nell’area della rotonda che sarà sfruttata al massimo delle sue potenzialità per facilitare il transito pedonale e veicolare rispetto a quello dei mezzi pesanti.
Sindaco e ora che accadrà?
Faccio mia una massima grillina che mi fa sorridere un pò: pancia a terra e lavorare. Domani, anzi subito, ci mettiamo in contati con i tecnici di Rfi per gli atti conseguenziali. E’ proprio il caso di dire che bisogna procedere spediti come un treno.