00 3 min 4 anni

Non si può restare immobili dinanzi ad un’operazione che pende come una spada di Damocle sulla testa di migliaia di cittadini e che può definire le sorti del nostro territorio. Eppure ieri il via libera della Giunta Comunale di Caserta all’approvazione del progetto per la realizzazione di un impianto di digestione rifiuti in località Ponteselice è stata la prova provata che sono stati vanificati tutti gli sforzi per aprire un dibattito politico proficuo tra le parti, azzerando di conseguenza la posizione assunta anche da diverse associazioni sensibili alla questione del biodigestore.

I cittadini chiedono chiarezza e trasparenza, consci che risoluzioni azzardate potrebbero inficiare la qualità delle proprie vite e la bellezza paesaggistica e monumentale del nostro territorio, che sta provando a rialzarsi attuando strategie di richiamo turistico. Un impianto a 500 metri dalla Reggia di Caserta, ubicato in zona ASI in un comprensorio che ingloba i Comuni di Caserta, Recale, Casagiove, Capodrise e San Nicola la Strada è impensabile e decisamente inattuabile, in quanto si tratta di un’opera impattante anche sul piano urbanistico. Un progetto di non trascurabile entità, alla luce del fatto che comporterà anche un aumento di spesa di circa 16 milioni di euro.

Il gruppo “Casagiove nel Cuore”, pur essendo consapevole che è necessario intervenire per mirare ad una gestione dei rifiuti più virtuosa, scandisce il proprio “NO” opponendosi a gran voce alla scelta della Giunta di Carlo Marino alla localizzazione in zona Ponteselice.

Chiediamo, in qualità di forza di rappresentanza comunitaria, di essere ascoltati e se sarà necessario convergeremo in zona Ponteselice per manifestare ardentemente il nostro dissenso. Come leader di Casagiove nel Cuore ho sempre creduto in una politica intesa come circuito di dialogo e di confronto tra le parti, e ora non possiamo farci da parte se altri hanno deciso di scegliere per noi e per i nostri cittadini il futuro che verrà, senza un tavolo di concertazione a livello comunale e sovracomunale.

Tutti sappiamo che le nostre comunità hanno bisogno di ridurre i quantitativi dei rifiuti, di attuare piani di recupero e di riciclo più incisivi e produttivi, di intensificare una corretta pratica della raccolta differenziata, e crediamo nelle possibilità di un impianto anaerobico, purché venga realizzato in un’area più funzionale e lontano dai contesti urbani, come ad esempio nella zona industriale di Maddaloni che è ben collegata all’inceneritore di Acerra.

Redazione