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MADDALONI- Si sta facendo sempre più preoccupante la situazione delle infiltrazioni nella copertura del colombaio comunale. Questa mattina, è arrivato l’ennesimo segnale di cedimento. i visitatori si sono trovati davanti all’ennesimo crollo di calcinacci e al corrispondente punto di distacco. Ormai, la manutenzione urgente delle coperture non può essere procrastinata ancora a lungo. Al riparo dal falso e facile allarmismo, è necessaria una corsa contro il tempo per salvare il “colombaio comunale”. Tanto che in cima alle emergenze del cimitero (e ne sono tante) c’è proprio la manutenzione urgente di questa area: l’ufficio tecnico comunale, ha da tempo le procedure per una perizia tecnica d’ufficio. Il problema dei problemi è squisitamente finanziario. E allora, secondo una rivisitata scala delle priorità, serve almeno un intervento parziale di messa in sicurezza. Anche perchè la situazione è compromessa: l’area scricchiola, cadono pezzi delle coperture, degli intonaci e di parte delle travi restano esposte alle intemperie. In passato, grazie alla infiltrazioni d’acqua, sono crollate lapidi (collocate ad oltre sei metri di altezza e prossime al soffitto) con bare inevitabilmente scoperte visibili ai visitatori. Se la civiltà di un popolo si misura da come cura l’area destinata alla memoria dei morti, senza rischio di essere smentiti, possiamo dire che il “tasso di inciviltà raggiunto in questi ultimi decenni a Maddaloni ha superato tutti i livelli di guardia”. La cosa più scandalosa è che il cimitero è stato utilizzato come bancomat (vendita suoli e loculi) per ripianare le magagne contabili dell’ente locale. Ma con una strafottenza senza pari si è lasciato il camposanto nell’abbandono più totale, tanto da innescare il crollo di una cappella (Soccorso Nuovo) e indurre la chiusura di ben tre aree perché pericolanti. Il giudizio su quanti hanno programmato la gestione del patrimonio immobiliare comunale (negli ultimi 15 anni) è già scritto. E adesso servono soldi, che non ci sono, per risalire la china.

Redazione