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MADDALONI- “Che figura di m….” direbbe il mitico Emilio Fede. Oltre 1700 percettori del reddito di cittadinanza e zero progetti. Angelo Tenneriello (consigliere comunale di Maddaloni Positiva) non ci sta.

Angelo Tenneriello

“Abbiamo un cimitero sommerso dalle erbacce con manutenzione pari a zero. Strade e marciapiedi che assomigliano alla savana. E il comune di Maddaloni che fa? Non è in grado di organizzare uno straccio di Progetti Utili alla Comunità ( PUC). Abbiamo superato tutte le vette della vergogna”.

E’ molto critico sui Puc…

Questo comune è molto bravo nell’evitamento dei problemi. La politica e la pratica amministrativa è stata retrocessa a propaganda. Invece, dei Puc siamo fermi ai “pacchi dono”. Infatti, i servizi sociali continuano a sfornare determine mensili con contributi presumibilmente indirizzate ai soliti noti magari con reddito di cittadinanza. Nemmeno la Caritas diocesana pratica l’assistenzialismo per l’assistenzialismo ma dispone di buone pratiche di gestione del bisogno per il superamento dello stesso. Qui, invece non si cerca di gestire il bisogno, non si cerca di superalo e nemmeno si utilizzano gli strumenti di legge finalizzati all’inclusione sociale. E questa è la cosa peggiore di tutti.

A che punto è la gestione dei patti di inclusione sociale?

A zero. E’ stata una impresa la sola iscrizione sulla Piattaforma Digitale per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale (Piattaforma GePI) legati al Reddito di Cittadinanza. Che lo strumento possa più o meno convincere, ci può stare. Ma il problema sconcertante è che pur in presenza di risorse mancano i progetti; mancano le idee e mancano le iniziative. E’ accettabile tutto questo?

Ci sono stati dei problemi…

Non mancano invece gli alibi: c’è stato il Covid; è salta la riunione di ambito; non c’è stato il tempo. Crediamo che manchino pure le competenze tecniche, manca pure la disponibilità dei cosiddetti percettori: solo una minoranza su 1700 ha dato disponibilità all’impiego. Si ai soldi e subito. Non garantito e non subito il lavoro o servizio alla comunità. A partire dal 4 novembre 2019 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto istitutivo del Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza nel cui ambito opera la Piattaforma per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale (piattaforma GePI https://pattosocialerdc.lavoro.gov.it/), le cui funzionalità erano già state messe a disposizione degli amministratori locali dal Ministero del Lavoro con nota 4143 del 16 maggio 2019. È del tutto operativa dunque la procedura di accreditamento degli utenti individuati dai singoli Comuni per operare sulla Piattaforma GePI secondo le “Linee Guida per l’accreditamento”. I lavori di pubblica utilità sono un aiuto per i Comuni e segnano l’entrata nella fase 2. Dopo la sospensione dovuta alla pandemia da Covid-19, i progetti potranno tornare a regime dal 17 luglio. 

E quindi?

Quindi nulla: stiamo vivendo la barzeletta “Giorgio e il vescovo”, tanto cara al sindaco De Filippo: Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà. Tradotto: funzionari, assessori e comuni non hanno intenzione di impegolarsi in progetti. I percettori non hanno intenzione di svolgere alcuna mansione. Che a accadrà? Tra dieci mesi scadrà la seconda annualità. E’ probabile che la misura non sarà rinnovata anche dal Governo giallo-fucsia in carica. E così chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato. Storie di ordinario sottosviluppo dove l’inadeguatezza amministrativa è impastata con la voglia di assistenzialismo improduttivo.

Redazione