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MADDALONI- Una scelta a sorpresa. Una scelta destinata a far discutere: l’ente locale sceglie di imboccare la strada dell’«esternalizzazione del patrimonio immobiliare comunale». Insomma, affida a privati la gestione a tempo ma anche l’onere della manutenzione. Un discorso che viene fatto per l’utilizzo del palazzetto dello sport, delle palestre, del campo di calcio, museo civico, in parte della biblioteca comunale e di altri spazi pubblici. E’ una scelta in controtendenza, rispetto a quella fatta negli ultimi dieci anni: cancellato il servizio di esternalizzazione integrale dei tributi (riscossione e gestione affidata ai privati) si passa al «partenariato  e alla collaborazione con tutte le associazioni sportive  e quelle di integrazione sociale locali» interessate alla valorizzazione del malandato patrimonio comunale. Si parte dal più grande, e più malandato degli impianti cioè dal «palazzetto dello sport Angioni-Caliendo (impianto pubblico secondo per dimensioni solo al PalaMaggiò, 800 posti a sedere più 400 aggiuntivi con l’aggiunta di una tribuna telescopica) sarà affidato alla gestione di soggetti terzi». Prima ancora, la struttura sarà rimessa in sesto e adeguata, per il ripristino della piena agibilità, secondo le direttive dei Vigili del Fuoco. Il comune si alleggerirebbe così dei costi di manutenzione che non sempre è riuscito a garantire. La storia dell’impianto è costellata da gestioni tormentate: costruito dopo 20 anni di attesa, con cinque anni di lavori supplementari per il parziale aggiornamento del vecchio progetto. Poi, ha subito ben due interventi di riparazione delle coperture. Il comune si riserva l’accesso agli spazi e un utilizzo degli stessi  non solo sportivo. Un principio che vale per tutte le palestre degli edifici scolastici. Il nuovo Museo Civico sarà invece la prima struttura comunale messa a disposizione  per le «attività culturali e formative».

Redazione