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MADDALONI- Per prosciugare un lago ci vogliono le idrovore. E’ quello che sta accadendo in via Caudina: alla confluenza con via Tiglio San Biagio, per avviare i lavori di riparazione delle conduttore è necessario rimuovere l’enorme mole di acqua che si è accumulata. Dopo lo scavo, è cominciata la rimozione del “lago lasciato dalle perdite”.

Assessore D’Alessandro che sta succedendo in via Caudina?

Giuseppe D’Alessandro

Intanto, sono arrivati i pezzi mancanti: le valvole da sostituire che non erano disponibili nemmeno nei magazzini. Pertanto, prima di cominciare l’ennesima rimozione delle parti ammalorate è stata necessaria la rimozione dell’acqua accumulata.

Ma questa rottura cosa ha di diverso dalle altre?

Il problema che non si rompono solo i tubi in polietilena che stiamo sostituendo progressivamente. Si rompono anche gli allacci tra le vecchie condutture ammalorate in polietilene e quelle nuove in ghisa che non possono avere un attacco diretto

Quindi facciamo il punto: prima rimozione del “lago” e poi sostituzione?

Non si potrebbe, per ovvie ragioni, fare altrimenti. questo è l’ennensimo caso che mette in evidenza che servono a regime interventi di sostituzioni molto importanti.

Quali?

Innanzitutto, quelli di via Sant’Eustacchio, secondo procedure di somma urgenza, sono in corso. Dopo, come fatto in via sant’Eustacchio, via Appia, via Serao, via Napoli, via Sergente Del Monaco, piazza Ferraro, partirà la sostituzione ancora in via Serao e in via Padre Pio saranno. Qui, saranno investiti 265 mila euro per rimuovere le condotte collassate in polietilene.

E in centro dove la situazione è altrettanto preoccupante?

Saranno investiti 140 mila euro per la rimozione definitiva delle condotte su Corso I Ottobre. Qui, dal 2006, sono state fatte innumerevoli manutenzioni. E’ la situazione simbolo di un restyling non andato a buon fine: la posa in opera di nuove tubazioni in polietilene (a partire dal 2006) difettate che ha innescato una gran quantità di guasti». Dopo i danni c’è stata anche la beffa. Il fallimento poi dell’azienda esecutrice dei lavori ha privato il Comune del diritto di rivalsa. Mentre le antiche tubature di ghisa delle altre strade, seppur malandate.

Ma questo può bastare?

Quando è un intero sistema in sofferenza non può bastare. E proprio per questo abbiamo preventiva circa 500 mila euro, come parte dei oltre 700 mila euro non utilizzati per la ricostruzione del dopo-terremoto, per il rifacimento delle arte idrica nel centro storico.E’ chiaro che si va avanti seguendo due criteri: quello delle priorità-emergenze e quello della pianificazione degli investimenti nelle aree non affette da criticità acute.

Redazione