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CAPODRISE- Restituirla al patrimonio storico-artistico della città. Il centro studi De Gasperi di Capodrise, presieduto da Salvatore Liquori, lancia un appello a storici, storici dell’arte, artisti, architetti, ingeneri e a quanti vogliano impegnarsi, accanto a don Giuseppe Di Bernardo, per salvare la chiesetta di San Donato dall’oblio. «Ci uniamo a quanti, come, di recente, ha fatto l’artista Pietro Maietta – si legge in post su Facebook –, invocano il recupero di quel tempio, oggi un rudere ostaggio di sterpaglie e rifiuti. Esistente già nel 1113, meta di pellegrini, per secoli è stata l’unica chiesa di un’area con poche case sparse abitate da contadini, che lì assolvevano i doveri spirituali prima di andare a lavorare nei campi». Fino agli anni Trenta del Novecento risultava in un discreto stato di conservazione, anche se vi si officiava soltanto nei mesi estivi. Le due devozioni a San Donato e Santa Monica, negli anni, hanno sollecitato la realizzazione di dipinti ad affresco in loro onore, dei quali, purtroppo, rimangono solo poche tracce. La struttura presenta due absidi ancora visibili all’esterno, che corrisponderebbero a due navate, mura antiche che affascinano perché rimandano alla sua misteriosa fondazione. «La chiesetta di San Donato – aggiungono dal De Gasperi – è un luogo della memoria che non può essere lasciato al suo destino: occorre un’immediata bonifica dei luoghi e un’attenta indagine storica e artistica, primi passi verso un progetto di risanamento strutturale e funzionale. Il De Gasperi è pronto a fare la sua parte».

Redazione