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Si celebreranno ufficialmente il 3 febbraio 2021, i 150 anni dalla dichiarazione di Roma capitale d’Italia.
Nell’ambito delle celebrazioni previste per questo storico appuntamento, il Provveditorato per le opere pubbliche del Lazio-Abruzzo-Sardegna, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha avviato il progetto “Il campo trincerato di Roma – I Forti di Roma”. Il programma prevede la valorizzazione e la riscoperta delle fortificazioni che, subito dopo l’ingresso delle truppe italiane a Roma nel 1870, furono ideate e progettate per difendere la città e con essa tutta la giovane nazione che Roma rappresentava. Il campo trincerato Tra le tante opere, concepite per la nuova Capitale del regno, c’era anche un campo trincerato, un sistema di fortificazioni che cingevano la città con un immaginario anello esterno di 40 chilometri. Le fortificazioni erano progettate ad una distanza di 2-3 chilometri tra loro e distanti dalle mura cittadine 4-5 chilometri. Le nuove tecnologie militari, infatti, avevano reso poco funzionali alla difesa le cinte murarie; la gittata e la potenza dei nuovi cannoni richiedevano, nella dottrina militare del tempo, la difesa avanzata, lontano dall’abitato e la copertura, con potenti cannoni, delle vie di accesso alla città. Le continue innovazioni ma anche le nuove tattiche militari che privilegiavano la rapidità delle manovre, non trovavano tutti d’accordo sulla costruzione di difese statiche a tutela della città. Dall’ottobre 1870, a poco più di un mese dalla Breccia di Porta Pia, al 1877 vennero realizzati ben sei progetti con impostazioni strategiche e costi diversi. Alcune tensioni diplomatiche con la Francia accelerarono l’approvazione del progetto finale e l’immediata realizzazione di alcuni dei 15 forti previsti. La storia del Forte ostiense Il Forte Ostiense, ora in uso alla Polizia di Stato, fu realizzato intorno al 1884 sul progetto del 1877 che riprendeva la struttura dei forti di tipo prussiano. La forma del forte, così come quella degli altri 14 che cingono la Capitale, era di forma trapezoidale. Situato all’intersezione tra la via Laurentina e la via Ostiense aveva il compito di proteggere l’acceso da queste due arterie di comunicazione e contemporaneamente di vigilare la ferrovia Roma-Civitavecchia. Il costo, per la realizzazione, fu di circa un milione e mezzo di lire; e non fu il più costoso tra i forti romani. L’aumento della popolazione e lo sviluppo urbanistico fecero presto inglobare nel tessuto urbano anche i forti più distanti dal centro cittadino rendendo, molto presto, inefficace la loro primitiva destinazione. L’acquartieramento di truppe e l’utilizzo come magazzini e depositi furono le principali destinazione d’uso del “nostro” forte sino alla fine della Seconda guerra mondiale. Dal 1950 al 1983 La struttura fu destinata ad associazioni ed enti che ne modificarono la struttura per le loro esigenze. Il Forte ostiense oggi Nel 1983 il Forte fu dato in uso al ministero dell’Interno che qui ha dislocato diversi uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza. Oggi il Forte ospita il Servizio tecnico logistico e patrimoniale “Lazio-Abruzzo-Sardegna”; la Zona telecomunicazioni “Lazio”; la “Squadra Cinofili” della questura di Roma; il Coordinamento sanitario “Lazio-Abruzzo-Sardegna” della Direzione centrale di sanità; il Centro psicotecnico della Polizia di Stato; l’Ufficio per le ricompense della Polizia di Stato della Direzione centrale per le risorse umane. La struttura originaria, pur se compromessa nel suo aspetto esteriore per l’assenza del fossato perimetrale e della terra di riporto e per la presenza di nuove edificazioni, mantiene, di fatto, la forma e l’assetto originario visibile nella “palazzina monumentale”, nell’ingresso e nell’adiacente “caponiera” (costruzione sporgente nel fossato del forte e destinata alla sua difesa con fuoco di fucileria e mitragliere). È, inoltre, tuttora presente, al di sotto del piano stradale, il “fronte di gola” (la parte posteriore del Forte, dove era inserito l’ingresso) che si affacciava originariamente sul fossato perimetrale.
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line