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ROMA- Sul sito di Collettiva.it, la piattaforma della Cgil, il punto sulle cattedre ancora vaganti e il conseguente boom delle supplenze: 65.514, pari al 78% dei posti di insegnante. I dati aggiornati sugli organici degli insegnanti alle prese con il ritorno della pandemia. Videoscheda ‘La scuola dei supplenti

A quasi un mese dalla riapertura delle scuole, l’Osservatorio ‘Futura’ della Cgil prova a fare un primo bilancio, evidenziando criticità e proposte per la ripresa della didattica in sicurezza. Tra le principali preoccupazioni indicate da genitori e insegnanti il mantenimento della distanza tra gli studenti (43%), il sovraffollamento dei mezzi pubblici (39%) e l’igienizzazione degli ambienti scolastici (21%). Le soluzioni ritenute più efficaci sono mascherine e distanziamento (25%), l’alternanza di lezioni in classe e DAD (15%), l’utilizzo di luoghi spaziosi, anche esterni (15%).
Nel “pacchetto” scuola proposto dalla piattaforma Cgil anche unvideo del comico Dario Vergassola che commenta le paure dei genitori.

Didattica in aula, DAD o sistema misto? 
Dalle duemila e due interviste realizzate a settembre attraverso questionari autocompilati online su panel web, emerge una platea divisa tra chi auspicava una ripresa di tutte le lezioni in presenza (41%) e chi credeva che la soluzione migliore fosse una didattica mista, in aula e a distanza (44%). Un 15% degli interpellati esprime preferenza per la sola DAD. Tra luglio e settembre è diminuita la quota di quanti erano favorevoli all’opzione di svolgere tutte le lezioni in aula (- 6%), mentre è cresciuta quella per la didattica a distanza (+3%) e per la mista (+2%). Gli insegnanti della scuola pubblica dichiarano una preferenza per quest’ultima, mentre quelli della scuola privata propendono per le lezioni in presenza.

Le principali criticità del sistema scolastico. Secondo gli intervistati, a prescindere dalla situazione determinata dall’emergenza sanitaria, la maggiore problematicità è rappresentata dalla qualità e sicurezza degli edifici scolastici (24%), seguono l’eccessivo distacco tra scuola e mondo del lavoro (21%), la mancanza di fondi (20%), il numero insufficiente di insegnanti (18%).

Redazione