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Il fallimento è dietro l’angolo: il Villaggio dei Ragazzi va verso la messa in liquidazione patrimoniale per la soddisfazione dei creditori. Tecnicamente si chiama «concordato preventivo» praticamente si legge maturazione dei requisiti di fallibilità per sopraggiunta condizione di insolvenza. Solo la vendita problematica degli immobili potrebbe scongiurare il fallimento finale. Di certo, tramonta la possibilità di accedere  alla «procedura di sovraindebitamento» con la quale, in virtù delle nuove norme fallimentari, l’ex ente morale avrebbe potuto liberarsi dei debiti accumulati (24 milioni di euro dei quali circa 12 con l’Inps) in maniera definitiva, programmata e concordata. Invece, la sezione fallimentare (presieduta da Gianpiero Scoppa), presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha prima negato l’accesso all’omologazione e poi ha respinto pure il ricorso. Ebbene, il 27 maggio abbiamo scritto che si complicava la «procedura di esdebitazione» della Fondazione Villaggio dei Ragazzi. Adesso, lo spettro del fallimento (che allora adombrammo) è diventato un piano inclinato lungo il quale è cominciato a scivolare l’ex ente morale. Nel frattempo, quando scrivemmo (all’inizio di una campagna elettorale) si era appena festeggiata l’avvenuta «messa in sicurezza dei conti del Villaggio». Con annessa disputa sull’asse Marcianise-Aversa (con i consiglieri regionali gli uni contro gli altri armati) a rivendicarne i meriti. Nel frattempo, nessuno ha osato commentare, in una campagna elettorale dove si sono lette amenità di ogni genere, l’incombente e reale catastrofe finanziaria.   E oggi, dopo lo schianto e le dimissioni del commissario Alineri, sempre sull’asse Marcianise-Aversa impazzano polemiche questa volta sulle responsabilità dell’inizio della fine. Ora che si sono sfogati, proviamo a capirci qualcosa. Quello che non si legge nei comunicati incrociati è la natura tutta finanziaria dei problemi: il debito di 24 milioni di euro era, e ora più di ieri, è difficilmente sostenibile. E’ quello che il commissario Giuseppe Alineri ha fatto capire ai dipendenti: una cosa sarebbe stato il sovraindebitamento (e le sue tutele giuridiche contro le aggressioni dei creditori) e un’altra il concordato preventivo. Il buco è troppo grosso e costringerebbe il commissario a cercare acquirenti del patrimonio immobiliare della fondazione sul mercato; mettere il ricavato al servizio dei crediti e sottoporre la fondazione ad accordi vincolanti. L’esatto contrario del nuovo inizio sognato con le procedure di sovraindebitamento. La via d’uscita si è fatta molto impervia. E per questo, il generale Giuseppe Alineri ha chiesto alla Regione di fatto garanzie finanziarie che accompagnino questa fase molto incerta: uno sforzo finanziario aggiuntivo (oltre i tre milioni di euro annui per l’ordinaria gestione). Pertanto, il contro sulle finanze pubbliche, come il debito accumulato negli scorsi anni, si fa molto pesante. Servono risposte tecnico-finaziarie e non i soliti salamelecchi di chi invoca eccellenze, tutele occupazionali, agiografie del fondatore, santini e la solita mitologia in salsa maddalonese. In ballo ci sono i debiti realizzati con danaro pubblico, i diritti taciuti dei creditori e il rispetto della legge. Un dettaglio quest’ultimo non da poco. Tutto il resto è una cortina fumogena per nascondere dettagli, cronistorie e responsabilità su un disastro annunciato e denunciato tre anni fa. E ostinatamente negato. Chi ha osato fare i conti con la verità è stato accusato di essere «nemico del Villaggio». Forse il tempo galantuomo ci svelerà i veri volti di chi ha innescato, collaborato o taciuto su una simile ecatombe finanziaria, ereditata dal generale Alineri.
E adesso, ancora una volta, parliamo dell’accaduto (che in un paese normale farebbe tremare la terra) con l’avvocato Franco D’Angelo.
Si è concretizzata la peggiore delle ipotesi?
Sono state confermate le previsioni. Diciamo che è stata definitivamente chiusa la strada di uscita tentata dai Legionari di Cristo: furono loro a pensare al  sovraindebitamento.
E ora che succede?
Adesso bisognerà scendere a patti con i creditori e sulla base di con accordi vincolanti. Ma voglio dire una cosa: visto che bisogna tentare di vendere il patrimonio si è concretizzata una condizione testamentaria del fondatore. Tocca al sindaco, e non ad altri, avviare tutte le procedure di liquidazione. Il comune di Maddaloni si deve riappropriare del ruolo di protagonista quasi unico in questo processo., Con buona pace dei consiglieri regionali.
Insomma, sia fatta la volontà di don Salvatore?
Mi lasci aggiungere una cosa: non è tempo di risposte ma di domande.
Quali?
Perché la Congregazione dei Legionari di Cristo non è stata chiamata a rispondere, risolvere, risollevare la condizione finanziaria compromessa?
E poi ho un’altra domanda.
Quale?
Ci dicano la Regione e anche il commissario cosa deve essere il Villaggio dei Ragazzi oggi. Io dico che se si pensa a scuole di eccellenza non c’è futuro. Per due motivi: lo scopo della fondazione è aiutare i minori in difficoltà e non altro. Cessato questo, cessano tutte le condizioni che la tengono in vita. Secondo: perché mai la Regione dovrebbe finanziare scuole private in crisi quando non ci sono i soldi per garantire la riapertura delle scuole superiori a settembre?
E adesso che succede?
Siamo tornati al punto di partenza: la Regione eroga tre milioni di euro annui. Con questi soldi si pagano le spese correnti, gli stipendi ridotti del 40 per cento, le spese per i consulenti e qualche transazione concordata con i privati (restituendo il 50 per cento del dovuto ai debitori). E ora tutto questo non basta. Non è una mia opinione ma una chiara indicazione del commissario dimissionario. Questa crisi mette la città davanti a ciò che non vuole fare: aprire un dibattito sul futuro del Villaggio aprendo anche tutti gli armadi e facendo venire a galla tutte le verità.
C’è un futuro?
Solo il ritorno al passato, al Villaggio che aiuta i giovani in difficoltà (che oggi hanno il volto dei minori non accompagnati) potrebbe risollevare le sorti della fondazione. Diversamente tutte le altre strade sono senza sbocchi certi:

bocchetti