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VALLE DI MADDALONI- “Fuori le carte”. E alla fine, dopo quasi quattro mesi di attesa e di vigile battaglia, il comune di Valle di Maddaloni ha piegato le resistenze del Comune di Caserta. Vinto il ricorso al Tar per l’accesso agli atti. Torna in primo piano la questione biodigestore da allocatre, tra ibtanti siti alternativi, in località Casa Mastellone”. L’attesa è finita. A parlare è il sindaco Francesco Buzzo.

Francesco Buzzo

Rircorso accolto?

Il tribunale ammnistrativo regionale ha accolto le nostre ragioni: il rigetto dell’acceso documentale al progetto, alla ipotesi progettuale e a tutti gli studi collegati è stato respinto. Ha vinto la trasparenza. Hanno vinto la partecipazione e lo spirito di mobilitazione trasversale sul territorio.

E adesso?

Aspettiamo che l’avvocato Paolo Centore possa entrare in possesso del dispositivo emesso dal Tar. Ribadisco oggi quello che abbiamo affermati a luglio: i documenti sull’impianto costruito fisicamente al ridosso del nostro territorio debbono essere consultabili. Avevamo preannunciato che il tempo delle dichiarazioni di principio e della contrarietà a prescindere è scaduto. E quel tempo è venuto.

Quindi riparte l’opposizione?

Certamente. Non sappiamo e non vogliamo spere se Caserta abbia mutato atteggiamento e optato per altri siti. Certamente, come abbiamo detto nell’audizione regionale, la nostra non è un’avversione ideologica ma fondata su robuste, scientifiche, e direi ragionevoli, buoni ragioni di contrietà.

Possiamo ricordare quali sono questi ragioni?

Innanzitutto, l’insostenibilità di ubicare il biodigestore in un’area collinare. Basterebbe questo per smontare qualsiasi ipotesi. La battaglia, per la trasparenza e la partecipazione, è anche la battaglia del comune di Valle di Maddaloni ma anche della comunità Leo Amici che solleva assurdo caso di di ubicare una struttura industriale nelle adiacenze di una area destinata ad ospitare delle Rsa, che eroga servizi fondamentali e svolge attività produttive di ispirazione biologica. Ma è anche una battaglia di civiltà, di tutti gli ambientalisti e di chi crede nel territorio che va dotato di servizi veri ma con filiere fatte per bene. Ultima ragione: il biodigestore è incompatibile a qualsiasi orientamento urbanistico, i tutela ambientale e dei monumento in un’area prossima all’Acquedotto Carolino e che è è destinata ad un’azione di protezione e riqualificazione.

Avete sollevato anche perplessità sulle procedure amministrative seguite?

li, avevamo chiesto che scelte così impattanti debbono essere scelte sovracomunali. Quello che non vuole Caserta. Primo: coinvolgere tutti i comuni e l’Ambito territoriale ottimale nella scelta dei siti e degli impianti. Invece, ci si continua a scontrare con un municipalismo autoferenziale, che si crede furbo e lungimirante, che crede che la legittimazione delle scelte risieda nel massimizzare i vantaggi per il proprio territorio scaricando gli effetti sui comuni confinanti. Questa logica, che è la logica dell’antipolitica, non è accettabile.

Redazione