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MADDALONI- Porte chiuse ai disabili. La storia si ripete, sempre uguale e sempre la stessa. In fila, in coda, in attesa lungo le scale per essere ammessi all’Ufficio tributi, al ruolo acqua, all’anagrafe, ai servizi dello Stato civile. Così dalle prime ore del mattino. Disagi al tempo del Covid-19? No, solo la solita e collaudata una storia di ordinaria disorganizzazione (l’ennesima come da lunga e indiscutibile tradizione) di cui il comune di Maddaloni può fregiarsi di un lungo e consolidato primato. Chiuse le villette comunali e pure l’accesso al second piano della casa comunale temporanea (da dieci anni!!!) di via San Francesco d’Assisi. Quindi, negato l’accesso senza barriere architettoniche che permette di usufruire dell’ampio spazio (anfiteatro della villa) e persino di un comodo muretto su cui sostare in attesa del proprio turno. C’è spazio a sufficienza per il distanziamento di moltissime persone. E invece? Invece si preferisce la coda, la fila in piedi sulle scale e il disagio per tutti. E’ l’eterna storia di un ente locale che continua a mostrare il suo volto tutt’altro che amichevole e accogliente quando deve erogare i servizi. Insomma, i maddalonesi forse meriterebbero di essere trattati da cittadini e non da sudditi. Meno male che gli accessi sono contingentati e con essi i disagi. C’è un problema di regole e soprattutto di buon senso.

Redazione