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Oggi 25 novembre si celebra la Gionata Internazionale contro la violenza sulle Donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite, che invita i Governi, le Istituzione e le Organizzazioni internazionali a tutelare le donne sole ed in difficoltà, offrendo loro la speranza di un futuro diverso.

La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.

L’obiettivo è quello di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione Centrale della Polizia Criminale che ha preparato la pubblicazione.

I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni, spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

In un anno si sono registrati 11 reati  relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio, altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.

Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.

Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn . Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania. 

La provincia di Caserta, rispetto lo scorso anno, riscontra un lieve calo di reati  specifici, quali: atti persecutori da 247 a 232, maltrattamenti contro familiari e conviventi da 359 a 337, violenze sessuali da 49 a 30.

Quest’anno, a causa dell’emergenza coronavirus, non sarà possibile organizzare attività in presenza, ragion per cui sono state promosse maggiori campagne simboliche quale ad esempio l’Onu Orange the World, alla quale ha aderito, in ambito provinciale, il Commissariato di P.S. di Aversa. Tale iniziativa, realizzata grazie al Soroptimist Club dell’agroaversano, consiste nell’illuminazione dell’edificio con un fascio di luce color arancione che simboleggia, a livello mondiale,  la Campagna di Prevenzione contro la violenza su donne e bambine.

Un’ulteriore contributo a livello provinciale, circa queste tematiche, vede protagonista l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli con l’evento dal titolo “In nome di donna. Perché le donne smettano di essere l’Altro.”, il quale, svolto da remoto, coinvolge studenti e docenti dell’Ateneo, rappresentanti di associazioni femminili attive sul territorio e personale qualificato della Questura di Caserta.

Tali iniziative sottolineano che la conoscenza, la prevenzione e l’approfondimento di questi temi,  assumono grande importanza anche attraverso momenti “simbolici”,  rafforzando il concetto dell’ESSERCI SEMPRE, slogan ufficiale della Polizia di Stato, testimonianza dell’impegno quotidiano e costante al servizio della società.

Al link la copertina e l’opuscolo della campagna “Questo non è Amore 2020” e il report “Un anno di Codice Rosso reati spia e femminicidi”

http://www.poliziadistato.tv/c_6BQhXP4gQ6

Redazione