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Il tecnico nel post match: “Napoli forte, voglio alzare l’asticella. Per questo serve uno scatto di mentalità”. E sulla Juve…”

Il saluto a Diego Armando Maradona, 4 gol alla Roma e tre punti fondamentali per rilanciarsi in campionato. Il Napoli travolge i giallorossi e si regala un sorriso dopo giorni di tristezza. Gli azzurri salgono a quota 17 e raggiungono al quarto posto la Juventus e i capitolini. “Punto di partenza? Noi dobbiamo giocare con questa intensità e questa voglia. Non bisogna sottovalutare nulla. A me piace quando non abbiamo la palla e stiamo col coltello tra i denti, sei organizzato e non soffri. Ci sta anche subire, ma c’è bisogno di anche questo per vincere le partite, non basta la tecnica. Serve aiutarsi, incoraggiare i compagni, non mandarli a quel paese.

Serie A, il Napoli schianta la Roma: 4-0 nella notte di Diego

A Napoli si respira un’aria triste, però devo dirlo, serve buon senso, Occorre evitare gli assembramenti, bisogna stare attenti. A Napoli sanno chi è Maradona, è tempo di comportarsi bene perché c’è gente che soffre e che non lavora. Lo sfogo dopo il Milan? A volte lascio passare delle cose, da oggi invece no. Sono cambiati i tempi, prima bastava parlare poco, oggi invece devo rompere le scatole ai miei giocatori. Zielinski? È uno dei migliori che abbiamo, purtroppo non si reggeva in piedi a causa del Covid. Ha tutto per diventare un gran giocatore.

So che non potremo sempre stare al 100% visto le tante partite ma occorre giocare da squadra anche quando non sei al top. Non deve mancare mai la mentalità e in questo dobbiamo migliorare. Occorre annusare il pericolo, chiudere bene il campo, Io voglio alzare il livello, la squadra è forte, gioca bene e a volte diverte. Su 12 partite ne abbiamo vinto 9. Il match con la Juve? Possono dire quello che vogliono, noi eravamo sul pullman e potevamo giocarcela. Spero che la giustizia ci ridia il punto, noi abbiamo fatto 18 punti sul campo. La lotta scudetto? L’Inter è la squadra da battere, poi c’è la Juve che è abituata a vincere. Credo siano le due che se la giocano”.

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Luigi Ottobre