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MADDALONI- Silenzio, parla la Buttol. L’azienda divulga le ragioni della chiusura dell’isola ecologia di via Viviani. Anche se, ad onore del vero, non si tratta di isola di conferimento ma di parcheggio adattato che tale è rimasto da 15 anni. Insomma, quello che doveva essere attrezzato dopo l’emergenza rifiuti, ancora non è a norma: è privo di impianti di sicurezza ambientale; non ha nemmeno l’ autorizzazione unica ambientale (Aua); manca il sistema di «trattamento di prima pioggia» ovvero l’impianto di raccolta deputazione delle acque piovane e reflue circolanti su piazzali dove sono presenti materiali inquinanti e potenzialmente inquinanti. Pertanto manca pure una adeguata immissione in fogna più servizi igienici e di approvvigionamento idrico. Tanto premesso, la Buttol ha deciso la serrata, dopo numerosi solleciti e richieste di adeguamento. Norme alla mano, l’area non può rimanere aperta perché non supererebbe eventuali controlli. Ma la Buttol non chiude e basta. L’azienda si è detta disponibile ad organizzare un servizio sostitutivo: il «sistema di raccolta itinerante». La strategia sarebbe quella di attrezzare tre macroaree sul territorio dove posizionare scarrabili per la raccolta di vetro, carta, cartoni, plastica (dura e   morbida), olii, elettrodomestici, mobilio dismesso, prodotti di potatura. I sistema sarebbe ad orario e servito anche da navette mobili sul territorio dedicate esclusivamente ai rifiuti speciali. Ipotizzata una ubicazione in località Montedecoro, una in via Napoli e una nell’area nord al confine con il comune di Caserta. Senza lavori di adeguamento fondamentali l’isola ecologica non riaprirà più. L’ultimo, e unico intervento, di adeguamento risale al gennaio 2017 e fu voluto dal l’ex commissario straordinario Samuele De Lucia con la separazione degli accessi, del varco di entrata e di uscita e con la riorganizzare  l’ecopiazzola dopo l’incendio di ferragosto 2016 che lambì l’area di stoccaggio.

Redazione