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Lo sci di fondo azzurro affianca l’alpino e guadagna ex aequo la copertina di giornata

Dopo Marta Bassino sale in cattedra Federico Pellegrino, tornato alla vittoria nella sprint in tecnica libera di Davos. Si tratta del suo quattordicesimo sigillo personale in Coppa del Mondo (cui vanno aggiunte le due vittorie in coppia), e che rilancia il 30enne poliziotto di Nus nell’olimpo della disciplina. Pellegrino torna al successo a un anno e dieci mesi dal trionfo nella sprint di Cogne del 16 febbraio 2019, e ci torna nello stesso luogo dove vinse per la prima volta nel 2014.

La gara è vissuta sotto il dominio di Pellegrino, che non ha mai ceduto la posizione di leader e in finale ha voluto vincere per distacco, come non si trattasse di una sprint ma una gara di distanza. Il suo successo per 2″13 sul russo Alexander Bolshunov e per 3″63 sull’inglese Andrew Young parlano molto chiaro. Pellegrino ha così voluto dimostrare la sua capacità tecnica e il suo stato di forma, a maggior ragione in assenza di norvegesi, svedesi e finlandesi da questa tappa della Coppa del mondo. Ma, come si dice, chi è assente ha sempre torto, e la stupenda vittoria di forza e classe di Pellegrino lascia sperare in un’altra splendida stagione per il campione valdostano.

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Si era fermato alle semifinali Francesco De Fabiani, così come Lucia Scardoni fra le donne, mentre era rimasto fuori ai quarti Giacomo Gabrielli, e stessa sorte avevano avuto Elisa Briocard e Greta Laurent in campo femminile. La gara femminile è stata vinta dall’americana Rosie Brennan, davanti alla slovena Anamarija Lampic e alla russa Natalia Nepryaeva. La giornata, alla fine, si è però colorata d’azzurro grazie a Federico Pellegrino.

LE PAROLE DI PELLEGRINO

La mia condizione di forma è molto buona – ha detto Pellegrino -. In estate, dopo l’infortunio, avevo pensato che sarebbe stato impossibile arrivare qui in questo stato. Ringrazio chi mi ha aiutato e sono davvero molto soddisfatto. Non penso che questo sia il tempo per i numeri, non voglio ancora contare le vittorie o i podi che ho fatto in carriera. C’è una cosa abbastanza strana: undici anni fa ero qui, in gara, ed è incredibile come mi piaccia così tanto ancora il mio lavoro. Voglio ringraziare gli allenatori del passato e del presente e tutti i medici e i fisioterapisti che mi hanno aiutato nella mia carriera. Una dedica speciale a Greta“.

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Luigi Ottobre