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MADDALONI- Il dibattito sul Recovery fund entra nel vivo. L’ipotesi delle scippo dei fondi destinati al Sud e l’allarme della distrazione, per oltre un centinaio di milioni di euro, sta diventando molto concreto. La bozza presentata dal Governo alimenta sospetti e proteste.

On. Del Monaco i parlamentari meridionali sono chiamati a dare una risposta. I parametri della ripartizione sono chiari: si va ben oltre il misero 34 per cento valutato solo sulla base della popolazione…

E’ vero che se l’Italia ha avuto un finanziamento notevole (209 miliardi) quello lo di deve a tre regole elementari: popolazione residente, tasso di disoccupazione e reddito pro capite. Il tutto è connesso con il gap infrastrutturale e l’arretratezza socioeconomica. Pertanto, la ripartizione puramente demografica non è ammissibile. E’ solo un parametro ed è solo l’inizio di un discorso che si sta portando avanti nell’ambito dell’intergruppo parlamentare.

In concreto, cosa potete fare o cosa si può fare?

Faremo di tutto affinché vi sia una distribuzione in funzione dei tre parametri. Ma andiamo anche oltre: ci stiamo mobilitando anche affinché questi fondi non siano spesi male.

Il problema è finanziario ma è anche politico…

Infatti, è necessario evitare che si possa tornare ad un Governo che faccia marcia indietro con la restaurazione delle vecchie logiche. Come ho detto ieri, evitiamo di celebrare il nuovo Congresso di Vienna per la restaurazione della vecchia politica, la stessa che vorrebbe replicare il patto post-terremoto dell’80.

La questione delle disparità territoriali è molto più antica e affonda le radici nel processo unitario…

Infatti, la prima cosa da fare è combattere le disparità territoriali. Queste vanno riconosciute e vanno rimosse. Un dato su tutti: il reddito delle regioni meridionali è ridotto rispetto a quelle del Nord. Va riequilibrato e il gap colmato.

Cosa state facendo in queste ore?

Dobbiamo porci come punto di riferimento in Campania affinché non vengano intraprese le solite strade del potere per avvantaggiare chi è stato sempre avvantaggiato come in passato magari in cambio della solita cattedrale nel deserto.

E’ una dichiarazione di intenti ma anche un metodo di lavoro?

Apriamo gli occhi. Al centro dei nostri discorsi c’è l’equità territoriale che va coniugata con trasparenza e il bene pubblico. Bisogna fermare chi vuole sfasciare per fare breccia: i soldi fanno gola, quindi tanto peggio tanto meglio. Ma i soldi servono soprattutto per ricostruire l’economia del Sud.

Redazione