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Orta di Atella da oltre un anno è gestita da 3 commissari prefettizi, dopo lo scioglimento della passata amministrazione per condizionamento camorristico

Tre giorni fa il comunicato del Circolo del Partito Democratico di Orta di Atella, scritto insieme all’Associazione Socialisti & Democratici con cui si attaccava la gestione dei tre commissari prefettizi alla guida del comune campano. Una scelta che però non è andata giù a tutti i tesserati. In particolare all’area moderata PD ortese. Che ha risposto dopo il mancato coinvolgimento nella stesura del documento, rivolgendosi direttamente al Segretario Provinciale del partito.

“Egregio Segretario provinciale e commissario cittadino PD, la informiamo che nei giorni scorsi, è stato affisso un manifesto dai toni duri e dal contenuto fin troppo negativo nel giudizio nei confronti della triade commissariale, capeggiato dal simbolo del PD. L’evento ci lascia basiti ma non troppo. Un documento politico ideato e scritto senza nessun coinvolgimento nella stesura dello stesso, senza alcuna condivisione e sintesi da parte di un numero cospicuo di tesserati al PD locale. Ritenevamo e riteniamo, che lo Stato, rappresentato dai commissari prefettizi a seguito dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’ultimo consiglio comunale, andava sostenuto e sollecitato su proposte costruttive, visto il periodo di grande difficoltà dovuta dall’epidemia da Covid-19 che ha stravolto la quotidianità dei nostri cittadini ed ha cambiato drammaticamente le abitudini di ciascuno di noi.

Avremmo voluto inserire iniziative da intraprendere per risolvere alcuni annosi problemi della nostra comunità, data la carenza cronica del personale che investe il nostro Ente. Invece, abbiamo dovuto constatare con estrema amarezza che il PD ad Orta di Atella, risponde a logiche autoritarie da parte di alcuni, che utilizzano il partito come fosse un orpello a proprio uso e consumo”.

Per i tesserati “questa iniziativa autoreferenziale, intrapresa con tracotanza, viola apertamente l’articolo 1 comma 5 e 8 dello statuto nazionale del PD”

“I commi recitano: «Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico»; «Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica». “Ribadiamo, che questo metodo strumentale del partito, logori la crescita democratica e culturale del suo organismo dirigente, la dialettica sostituita da azioni repentine tese al raggiungimento autocelebrativi e di bottega, usando finanche la sua figura, tirata in ballo per l’occasione con la giacchetta, per il solo scopo di pianificare una sorta di «blitz partitico».

Le sorprese non finiscono qui. Ci chiediamo con stupore chi abbia deciso finanche di sottoscrivere lo stesso manifesto in questione con un’associazione cittadina, chi opera queste scelte politiche? Eppure ci risulta che nessun congresso cittadino è stato celebrato. E né il calcolo matematico delle tessere può rappresentare un alibi ad una conduzione a carattere familiare di alleanze mai discusse nelle sedi competenti, la sezione. Un partito che si dichiara riformista e progressista e che predilige la strada del confronto e del dialogo come unico mezzo per il raggiungimento di obiettivi politici/amministrativi non può consentire e ne affermare come fine un percorso condotto con egocentrismo che rischia seriamente di compromettere l’unità del partito in vista delle prossime elezioni comunali”.

“Le critiche e (le commissarie non sono esente da esse), devono avere sempre un risvolto costruttivo”

“Ridursi e ridurre il PD ad un megafono di mera propaganda giustizialista e di sfrenata sete di personalismo, non ci fa sentire fieri di un «appartenenza partitica» che evochiamo e rivendichiamo. Inviti a riunioni, fatte cadere artatamente nel vuoto. Questo non è il PD che immaginiamo. Questo linguaggio, questo coltivare ostinatamente il campo del sospetto, sortisce l’effetto di allontanare le forze migliori della nostra città, come i giovani, da una cittadinanza attiva che per una città come la nostra, dichiarata la più giovane d’Italia, sarebbe una sconfitta che non possiamo permetterci.

Ripartire dagli errori del passato, per rilanciare una rinnovata proposta politica è essenziale, l’ultimo scioglimento comunale per infiltrazione camorristica ha scosso dalle fondamenta la dignità di un intero popolo. Analizzare i motivi per poi ripartire, è un esercizio necessario per evitare errori commessi nell’ultimo ventennio, è riportare il nostro paese ai fasti che merita. Accusare la terna commissariale di «un’inopportuna continuità amministrativa con le esperienze precedenti» le riteniamo imbarazzanti per un partito come il nostro, che esprime nel governo nazionale un Ministro dell’Interno. Lo stesso che ha agito per ripristinare sul nostro territorio il corretto andamento dell’attività amministrativa”.

L’APPELLO AL SEGRETARIO

“Caro Segretario, ci appelliamo al suo senso istituzionale del ruolo che ricopre, per far rispettare le legittime posizioni di un numero di tesserati che chiedono di riportare la discussione nel recinto di un pluralismo e di una dialettica di confronto essenziale per la sopravvivenza stessa del partito. Le chiediamo un intervento che implichi un cambio di rotta. Abbiamo raggiunto un ottimo risultato alle ultime regionali, facciamo in modo che quel consenso elettorale non vada disperso. Caso contrario, ragioniamo sull’ipotesi di autosospenderci qualora si continui su una strada a «senso unico». Come l’iniziativa di sottoscrivere il manifesto con un associazione cittadina, a cui auguriamo buon lavoro. Ma ci chiediamo, chi l’ha deciso?

Infine, un pensiero lo riserviamo ai nostri concittadini. Auguriamo a loro tutti, che il nuovo anno possa permetterci di ritornare ad abbracciarci e di superare questo periodo drammatico con la rinnovata speranza di un futuro migliore. A tutti gli iscritti del PD locale, è arrivato il tempo della proposta, temi come urbanistica, ambiente e tasse solo per citarne alcuni sono grandi sfide che ci attendono all’orizzonte e c’è bisogno di «unità» per vincerle”.

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Luigi Ottobre