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MADDALONI- La storia si ripete. Tutti morosi compreso il Comune. E’ accaduto sotto la gestione del commissario straordinario Samuele De Lucia (marzo 2017). Riaccade, sotto l’amministrazione De Filippo. Acqua Campania torna a contestare il mancato pagamento di fatture per le forniture idriche per oltre 800 mila euro relative all’annualità 2019. Grande sorpresa e grande stupore perché la situazione contabile dell’ente non dovrebbe essere sovrapponibile a quella del 2017. Premesso che storicamente il 30 per cento degli utenti non paga il ruolo acqua, nel 2017 il decreto ingiuntivo riguardò il pagamento di forniture datate (dal primo trimestre 2014 fino al quarto semestre 2015)  per un debito di quasi due milioni di euro. Il problema era che l’ente locale non riusciva a pagare perché in ritardo con la riscossione. Ma ora, il contenzioso ha del misterioso perchè sia la capacità di gettito che le condizioni di cassa, sono per fortuna cambiate. Eppure come nel 2017, l’ente locale si ritrova tra l’incudine del fornitore Acqua Campania (con cui sono state contestati gli addebiti) e il martello della Corte dei Conti che potrebbe ammonire per «ritardo ingiustificato». Il comune non subisce e ha già dato mandato all’avvocato Manfredonia per contestare tutti gli addebiti. Si apre un nuovo contenzioso con le opposizioni scatenate.

Angelo Tenneriello

Consigliere Tenneriello perché siete sconvolti?

Perché quanto sta accadendo è ingiustificabile. Si contesta e certifica il mancato pagamento della fattura per la fornitura del terzo trimestre 2019 (pari a oltre 270 mila euro) e quella del quarto trimestre (oltre 278 mila euro di cui sono stati pagati poco più che 28 mila euro in acconto). Abbiamo pertanto maturato un debito di oltre 500 mila euro. Per quale motivo è stata generata questa condizione di inadempienza? Di chi è la colpa? Chi pagherà i costi aggiuntivi aggravati da interessi e spese legali? E’ un fatto grave. Si parla tanto di passi in avanti, rispetto ad un passato imbarazzante, e sembra che si ritorni puntualmente al punto di partenza. Non possiamo tacere.

E come, per il passato, si parla di danno erariale?

Non sta a me tirare le conclusioni. Ma questa storia è identica al mancato pagamento delle spettanze dovute alla Dhi (per onorare un servizio effettivamente reso), alle dimenticanze e carenze del “contenzioso Mataluna”. E ora un altro fornitore di un servizio essenziale, realmente reso, batte cassa. Tutto questo è inaccettabile.

Ma il comune si costituisce per contestare proprio gli addebiti…

Ma la mia perplessità è un’altra: perché arrivare allo scontro e non alla transazione in caso di mancata corrispondenza tra fatturato e liquidazione? Vorremo sapere: perché le fatture non sono state pagate? Ipotizziamo che Acqua Campania abbia avviato un sollecito o una messa in mora: perché non scongiurare l’atto ingiuntivo? E soprattutto chi paga comunque i maggiori costi?

Ci saranno delle ragioni tecniche contabili che verranno esposte nelle sedi opportune….

Ci sono anche dei problemi politici. Non passa giorno che non vengano rivendicati meriti e una discontinuità nella gestione finanziaria dell’ente locale. Su questo, il sindaco non ha lesionato autoelogi nell’ultimo messaggio del 2019. E proprio per questo, ci fa specie che siamo al cospetto di una storia come tante vissute nel post-dissesto finanziario. C’è un dettaglio decisivo: ormai il dissesto è archiviato e le lacune contabili sono restate. Parliamoci chiaro: chiederemo l’accesso agli atti. Se ci sono responsabilità devono venire fuori. L’eventuale negligenza di qualcuno non può e non deve essere pagata con le tasche di tutti.

Redazione