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Un atto di responsabilità dello Stato nei confronti della
popolazione. Un atto di responsabilità del singolo e della singola
nei confronti della propria salute e di quella dei propri cari. Ed è un
atto di responsabilità di ciascuno nei confronti della collettività.
La pandemia potrà essere sconfitta solo se verrà sempre più
considerata una questione non individuale ma – appunto –
collettiva, dell’intera società. È necessario, allora, che nel minor tempo possibile venga sottoposto a vaccinazione il maggior numero possibile di cittadine e cittadini, senza escludere nessuno. Per la Cgil deve essere assicurata con la massima capillarità e trasparenza una campagna vaccinale che veda il coinvolgimento consapevole dei cittadini e delle cittadine, attraverso un’informazione adeguata e diffusa che renda omogeneo su tutto il territorio nazionale il diritto alla corretta informazione e alla tutela della salute. È importante fare presto e bene. Preoccupano i ritardi che già in questi giorni si segnalano sia nella distribuzione dei vaccini che – soprattutto – nelle modalità con cui il piano di vaccinazione viene implementato. Innanzitutto nell’individuare le
fasce di popolazione da vaccinare prioritariamente, tra questi gli
anziani, le persone non autosufficienti e chi si prende cura di loro
in ambito familiare, inoltre non è logico escludere intere categorie
di lavoratori e lavoratrici che, al pari del personale sanitario, hanno
contatti pericolosi con il ciclo di gestione dell’emergenza Covid (ad
es. il personale dell’igiene ambientale, o delle pulizie svolte in
appalto nelle strutture sanitarie, o ancora gli stessi insegnanti e il
personale della scuola, a partire da quella dell’infanzia). E poi
troppo pochi sono ancora medici e personale sanitario dedicati alla
campagna vaccinale. Segnaliamo con preoccupazione come non
sia ancora a regime l’implementazione del bando relativo
all’assunzione di medici ed infermieri emesso dal Commissario
Arcuri, in cui sono coinvolte le Agenzie di somministrazione per la
cui azione non sembrerebbe adeguata la previsione economica
per garantire la parità di trattamento dei lavoratori e delle
lavoratrici. Inoltre, per l’ennesima volta si utilizza la somministrazione senza garantire prospettive occupazionali ai lavoratori e alle lavoratrici rischiando di vanificare anche l’obiettivo di reclutamento.
I ritardi vanno colmati, bisogna accelerare il reclutamento del
personale e mettere in sicurezza lavoratori e lavoratrici che
operano per la collettività. Vaccinarsi è una responsabilità.
Occorre perseguire questo obiettivo attraverso l’informazione
partecipata di cittadini e cittadine, di lavoratori e lavoratrici.
Servono trasparenza, informazione adeguata, partecipazione,
confronto pubblico diffuso. La Cgil, così come ha fatto in tutte le fasi della pandemia sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, s’impegna a svolgere una campagna capillare di sensibilizzazione affinché tutti i lavoratori e
le lavoratrici siano adeguatamente informati e consapevoli della
necessità di vaccinarsi per la salute propria e di tutta la collettività.

Redazione