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a cura di Antonio Del Monaco*

Anni fa, nel 2015, cominciai a scrivere un libro, pubblicato poi nel 2018, il Politomane. Ne ho parlato spesso…e anche stavolta mi ritorna in mente, come direbbe una bella canzone.

Ma qui di bello non c’è nulla…
Nel libro racconto di un attacco al palazzo di Montecitorio: non è il Campidoglio americano, ma la scena è praticamente simile.
Cosa sta accadendo? Un attacco al potere?

Io credo si possa definire, al contrario, un attacco del potere: del potere che acceca e che non vuole perdere lo scettro; del potere malato che accentra tutto e tutti; del potere che Trump, in preda alla più pericolosa politomania, ha avuto e continua ad avere su parte della popolazione.

Non arresosi alla sconfitta elettorale, ha alzato un polverone enorme fatto di insinuazioni, dubbi, critiche, ricatti, maldicenze…innescando una bomba sociale esplosa ieri. Uno sciame di violenza, arroganza e presunzione ha preso il sopravvento, violando ogni norma e causando moltissimi feriti e quattro morti.

Attacco alla Democrazia, si legge. Ed è vero: ciò che è accaduto negli USA è grave…ma gli altri paesi non sono immuni da eventi del genere, tantomeno l’Italia.
L’attaccamento alla poltrona, al potere è una vera patologia, e sui nostri scranni siedono parecchi “contagiati”.

Il potere può essere cosa positiva, un’occasione di rinascita, di servizio per il bene comune, che è il bene più alto: maggiore è la carica che si ricopre, maggiori sono gli oneri e i doveri…non solo gli onori e i diritti.
La politica è una sorta di missione sociale, per il sociale. Non è un dettaglio irrilevante…e i politomani fingono di tenerne conto. L’unico conto che conta è il loro. In banca.

*Deputato del Movimento Cinque Stelle

Redazione