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a cura di Dario Bocchetti

Faccio immediatamente una premessa: non sono un sostenitore di Renzi, né ho mai avuto tessere di partito.
Detto ciò, credo che serva un’analisi diversa al cospetto di quello, che stiamo assistendo, ossia un monologo sgangherato di insulti, offese ed ignoranza.
Perché se la critica costituisce un elemento fondamentale della democrazia, è pur vero che la stessa debba avvenire attraverso la consapevolezza di ciò che si va a sostenere e dunque criticare.
A questo punto, penso sia opportuno citare un aforisma che ritengo particolarmente adatto a questa situazione (E non solo) del saggista e filosofo, Bertrand Russell:
“Il fatto che un’opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Infatti, a causa della stupidità della maggioranza degli uomini, è molto più probabile che un giudizio diffuso sia sciocco piuttosto che ragionevole.”
Più di qualcuno, continua a sostenere che i tempi sono sbagliati.
Altra affermazione almeno discutibile perché l’agibilità democratica è un concetto fondamentale che va difeso SEMPRE, senza se e senza ma e non ha una collocazione in un determinato periodo storico dove può essere accantonata.
Fatta questa premessa, mi domando e chiedo:
“Ma un’alleanza dove l’alleato non viene preso in considerazione, che alleato è?”
Un riempiposto utile a portare avanti una tesi unilaterale, un suddito, un burattino.
È la mancanza della discussione che mina quell’agibilità democratica di cui sopra.
Che poi, attenzione, anche la proposta può essere insufficiente, ma almeno bisognerebbe aprire un dibattito, una discussione.
In queste ore ho fatto un esperimento sociologico interrogando alcuni amici che hanno commentato con estrema durezza (Eufemismo) la scelta di Italia Viva.
Bene, nessuno mi ha saputo dire le motivazioni delle dimissioni dei ministri.
“E perché offendi e scrivi?”, chiedo.
“Perché tutti lo fanno”, rispondono.
E allora ribadisco, la critica è legittima, ma quando è sostenuta da una tesi concreta e con la consapevolezza di ciò che si va a sostenere.
In allegato, parte delle motivazioni che hanno portato alle dimissioni dei ministri Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto.

Redazione