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Un fulmine a ciel sereno il post pubblicato su Facebook dal primo eletto del PD, Angelo Campolattano che ieri pomeriggio scriveva così:
“Ai miei amici e compagni,
a quelli che hanno votato Pd e a quelli che tra questi mi hanno votato dico che sono stufo e stanco di essere oggetto di riferimenti pubblici, anche televisivi, di essere destinatario di farneticanti e vaneggianti accuse che rispedisco al mittente. Ora basta, chi mi conosce sa che non sono abituato ad accettare le provocazioni ma allo stato della situazione alcune precisazioni le voglio fare.
Tutti sanno che il candidato a sindaco del Centrosinistra – diciamo la verità – non ha retto all’eccellente risultato della coalizione mentre De Filippo è (Si!) arrivato primo ma non ha vinto le elezioni. Questo è un dato politico incontrovertibile da cui non si scappa.
In questi giorni, forse responsabile il sole cocente, abbiamo assistito ad una rassegna di reticenza politica o a vere e proprie manovre di ipocrisia politica perfida e perversa (per essere buoni).
Comprendo la delusione di coloro che fanno riferimento al “sindaco sfiduciato” ma non capisco e non coprendo la necessità all’interno del Pd di trovare il capro espiatorio quando la necessità impellente ed urgente resta quella di una lucida e dura autocritica per recuperare le distanze e il disappunto dei maddalonesi ma anche della nostra gente che hanno manifestato nei confronti del Pd e del Centrosinistra.
Per non essere ne ipocrita e ne reticente: ho firmato e ri-firmerei. Inizio però io a porre al centro della discussione alcuni miei cenni autocritici, che sono da considerarsi errori politici manifesti:
Primo.
quello di essermi personalmente fatto sopraffare da forme di leaderismo nell’assunzione delle decisioni sia nel Pd che nei confronti delle liste e dei partiti della coalizione.
Secondo.
quello di non aver gridato con tutta la mia forza e determinazione la necessità di scandire i tempi (prima di ogni decisione) con l’obiettivo di coinvolgere la nostra gente e spigare loro che il sindaco era “ostaggio” della sua coalizione, dei partiti, delle liste che la componevano e da ultimo dei consiglieri di minoranza eletti.
Terzo.
quello di non essermi impegnato – in qualità di sub-commissario del Circolo Pd – affinché si comprendesse che Andrea De Filippo si gongolava e utilizzava strumentalmente la condizione di “prigioniero politico” della sua coalizione con l’obiettivo di essere mandato a casa e giocare la condizione di “vittima sacrificale” scaricando su di noi l’epilogo inconcludente e inconsistente della sua breve stagione istituzionale.
Quarto.
ripeto ho firmato e ri-firmerei ma non mi perdono di essere uscito dall’aula nella qualità di “presidente pro tempore” del Consiglio; avrei dovuto, invece, onorare il ruolo istituzionale impedendo, nel caso, qualsiasi possibilità o tentativo di mettere in votazione qualsivoglia proposta.
A Maddaloni è possibile ripartire, riconoscendo errori, superficialità politica e istituzionale, solo in questo modo è possibile recuperare il rapporto compromesso con la nostra gente. Ma in particolare nel Pd che va superata ogni forma di leaderismo e personalismo; con l’impegno di tutti, il lavoro collegiale, il superamento della gestione commissariale sarà possibile imboccare la strada maestra per recuperare e superare le sconfitte e gli errori di quest’ultima fase.”
A questo post, hanno fatto seguito le solite offese da parte dei tifosi della politica, quelli dalla risposta già preconfezionata e faziosa. Tra i commenti spiccano però quelli dell’Europarlamentare Nicola Caputo che insieme a Gennaro Oliviero rappresenta il punto di riferimento politico di Campolattano che invita mister 850 preferenze ad andare avanti sul percorso tracciato. In un certo qual senso gli fa eco il Senatore Vincenzo D’Anna che, dopo la solita lezione di filosofia, esorta Campolattano a candidarsi a Sindaco. Tra l’esposizione dei vari punti di vista, c’è anche la nota del Compagno Vincenzo Sforza che ribadisce la scelta politica di mandare a casa il Sindaco De Filippo reo, a suo dire, di non avere un piano programmatico per la città.
“Pure ‘e pullece tenen ‘a tosse” scrive Razzano che, dopo aver constatato l’amaro tradimento di alcuni suoi alleati (sia chiaro che non ci riferiamo a Campolattano) che al ballottaggio lo hanno prima “lasciato a piedi” e poi lo hanno usato come parafulmine nascondendosi dietro di lui. E come se non bastasse, Razzano, insieme alla sua lista “Città di Idee”, è stato anche escluso dalle riunioni di coalizione.
La replica di De Filippo a tutto questo, non si è fatta attendere:
“I responsabili del commissariamento non ci risparmiano le loro sciocchezze neanche in questa giornata di caldo torrido. Continuano a cercare scuse, additando ad altri la responsabilità di avere lasciato nuovamente i cittadini senza una Amministrazione per affrontare e risolvere i problemi della Città. Credono che i Maddalonesi abbiano l’anello al naso. Lo fanno sempre per forma scritta, attraverso un comunicato o un post su Facebook. Inizio a pensare seriamente che non sia farina del loro sacco. Sono mesi che li cerco per confrontarmi pubblicamente, presto li inviterò formalmente e ufficialmente uno ad uno in pubblico perché voi tutti avete il diritto di capire e conoscere come stanno realmente le cose ascoltandoci e guardandoci in faccia. Capire se siamo all’altezza del compito e cosa si nasconde dietro un manifesto o uno slogan, capire quanta sostanza c’è, se ci sono davvero le idee e se chi si propone convince davvero. Sette mesi sono tanti, non potranno sottrarsi anche questa volta. I cittadini non capirebbero, queste elezioni sono state la dimostrazione che i Maddalonesi non votano più a scatola chiusa. Le urne li puniranno. E mentre questi giocano sulla pelle dei Maddalonesi per vanità o sete di potere, la nostra Città non solo è commissariata ma sarà anche fuori dal consiglio provinciale perché non sarà rappresentata da nessun Maddalonese. Anche questo hanno determinato con la sciagurata idea di dimettersi immediatamente. L’assenza di Maddalonesi nel prossimo consiglio provinciale non ci aiuterà ad esempio nella realizzazione della rotonda di via Ficucella, un’opera che, come quella appena ultimata all’incrocio di via Cancello, restituirà sicurezza e renderà più scorrevole questa arteria che attraversa Maddaloni. Appena insediato mi ero già attivato per velocizzare il tutto, sollecitando gli uffici e soprattutto chiedendo di fare qualcosa per rendere meno pericoloso l’attraversamento pedonale in corrispondenza del McDonalds. Tanti genitori mi avevano segnalato questa necessità vivendo con terrore le uscite dei propri giovani figli che attraversando la sera quella strada per andare con gli amici a mangiare rischiano davvero troppo. Non ci aiuterà l’assenza di Maddalonesi in consiglio provinciale neanche nella difesa dei nostri istituti superiori frequentati da migliaia di ragazzi, chi strapperà risorse per realizzare interventi strutturali per le nostre malandate scuole? Non lo faranno certamente i consiglieri provinciali delle altre città che penseranno al loro territorio. C’è anche chi dice che la nostra estromissione da questo ragionamento sia funzionale alla nomina di altri in consorzi che contano, che questo sia stato il pegno da pagare per chi vuole a tutti i costi arrivare. Non posso crederci, sarebbe gravissimo. Se è così lo vedremo presto. L’unico impegno che mi sento di prendere con tutti voi è che non basterà quello che hanno fatto a fermarci e ad affossare ulteriormente la Città. Maddaloni ha bisogno di persone capaci e appassionate. Eleggeremo una nuova Amministrazione e i nostri rappresentanti in tutte e Istituzioni che contano. Siamo al lavoro per questo, per costruire il Grande Partito dei Maddalonesi. Insieme ce la faremo, ne sono sicuro. Siamo già in cammino.”
Chi immaginava i protagonisti della politica maddalonese sotto l’ombrellone, ha preso un granchio(…). Nonostante l’afa, il caldo tropicale e la vigilia di ferragosto, la forza dei nostri supereroi, programmati anche per un utilizzo a 50 gradi, è veramente lodevole.
 

bocchetti