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MADDALONI- Imbarazzo, rabbia e disagio verso l’evasione storica e strutturale dei tributi comunali. Ma non si parla di altro in questi giorni: non si ferma l’azione di pignoramento dei conti correnti. I partiti, o di quello che ne rimane, e soprattutto i patronati sono subissati da richieste di chiarimenti e interventi. Nel mirino della Sogert sono finiti gli  «evasori recidivi», cioè coloro che hanno ricevuto avviso di riscossioni, solleciti e cartelle esattoriali ma che non hanno risposto né all’avviso di accertamento e neppure all’intimazione di pagamento. Per tutti, stanno arrivando i pignoramenti sui conti correnti per i mancati pagamenti di  Imu, Tasi e Tari, ma anche di tributi minori (Tosap, affissioni, pubblicità, ecc.). Si parla di tributi evasi addirittura risalenti al 2010. Il comune si sta avvalendo della facoltà prevista dalla legge di bilancio 2020 che estende l’accertamento esecutivo anche ai tributi locali. Difficile organizzare una contestazione. Ma sotto traccia si stanno organizzando i ricorsi. Ecco la strategia messa in campo contro prelievi forzosi in media di circa 200 euro pro capite che raggiungono anche punte che superano i mille euro. Primo: fioccano le richieste di certificazione degli atti originari, con annessi avvisi e messa in mora. In caso, di mancata, esistenza i colpiti dai provvedimenti si accingono a chiedere la nullità e l’illegittimità degli atti: Secondo: si contestano le date di esecuzione, che secondo i dettami nazionali, dovrebbero diventare operativi dal primo febbraio 2021. Pertanto, ci si accinge sempre a chiedere l’illegittimità degli atti già eseguiti. Terzo: c’è chi confida un provvedimento nazionale che blocchi le azioni esecutive di riscossione causa pandemia. La guerra in punto di diritto è appena cominciata. Vedremo se sortirà effetti. Intanto, l’imbarazzo è grande anche perché gli evasori recidivi sono trasversali. Toccate tutte le fasce sociali. Da giorni non si parla d’altro.

Redazione