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Appunti e contrappunti. Insomma, botta e risposta tra Il Pd e il sindaco De Filippo. I Dem elencano le “condizioni critiche ammnistrative e la scarsa decisionalità”. Il sindaco ribatte, punto per punto, alle accuse. Una volta tanto, oltre alla chiacchiere social, si entra nel merito di questioni amministrative spinose e di lunga data. E De Filippo non le manda a dire: “Mi tocca ribattere ad un elenco surreale di rilievi che, purtroppo per il Pd, rimandano tutti alle gestioni ammnistrative del centrosinistra o a quel mitico ‘quasi ventennio’ che si è chiuso con il naufragio del dissesto finanziario. Che ricordo a me stesso, e a chi legge, non si è chiuso con gli atti ammnistrativi ma persiste sotto forma di debito, disservizi e smantellamento della cosa pubblica che è sotto gli occhi di tutti”.

Tre rilievi a cui risponde con altrettanti accuse?

Si stenta a credere che siano stati quelli del Pd a scrivere un simile documento.

In che senso?

Mi si addebitano i problemi gestionali di un appalto della Nu che ho integralmente ereditato; che è stato scritto da altri, concepito sulla base di principi datati su cui hanno lavorato altre amministrazioni a cui il Pd ha pure garantito l’appoggio esterno. Tutto ciò è surreale. Così facendo è stato ipotecato il futuro di questo territorio. Oggi, siamo costretti a trascinare una onerosa zavorra. Ma la cosa sorprendente è che si scambiano gli effetti con le cause. Si dimenticano le cause del disastro e si contestano gli effetti postumi. Tornando alla realtà posso dire che stiamo pagando anche i costi dei disastri ammnistrativi precedenti. E dei quali, si cerca disperatamente di occultare la memoria.

Siamo sempre ostaggio del passato recente e remoto?

Certo che si perché la parola d’ordine è: dimenticare, dissimulare, fare finta di niente. Quasi che i problemi siano nati così per caso dal nulla e non da anni di sfascio. Il secondo appunto, ancora più fantasioso, fattomi è il fallimento del project financig. Questa è una narrazione alla rovescia: sono stato io a smantellare e archiviare un progetto di finanza, fatto dal centrosinistra, e nato morto. Altro che danni: oggi, l’ente ha raccolto i vantaggi degli espropri e avviato un progetto, per il nuovo stadio, presso il credito sportivo. Prima di noi, c’era la paralisi. Si continua a guardare il mondo alla rovescia.

Come nel caso della casa comunale?

Questo è il terzo appunto ancora più incomprensibile. Dopo 10 anni, dicasi dieci di paralisi e scontri giudiziari, finalmente è stato rimesso in moto l’iter finanziario per la ricostruzione. Ripartono i lavori e incredibilmente si parla di paralisi e nulla di fatto. Questa è la nostalgia di quando imperavano gli avvocati e le perizie e controperizie di parte che hanno paralizzato i lavori per un decennio.

Torniamo all’attuale. Esiste un serio problema di evasione fiscale e azioni coattive messe in campo dalla Sogert…

Siamo seri: contro l’evasione fiscale di lungo corso, dove si rilevano oggettive condizioni di recidività, urge una scelta etica di campo. Io accuso una larga fetta della sinistra che, per anni, è stata il difensore delle sacche di evasione sempre e comunque. Non la faccio lunga: parliamo con documenti alla mano. Stiamo oggi pagando i costi della relazione dell’ispettore Tatò. Un documento inquietante della Ragioneria dello Stato. Io accuso: stiamo pagando i costi di gestione creati da 20 anni di centrosinistra. Io accuso: abbiamo pignorato il futuro delle giovani generazioni, abbandonate a se stesse, senza servizi, senza occasioni occupazionali e senza dignità sociale. Grazie all’alibi del disagio, sempre e comunque e per chiunque, a pagare sono stati i giovani. Abbiamo l’obbligo morale di farci carico di questo disastro. Ma per farlo vanno riconosciute le cause e i responsabili. Invece, strumentalmente si lamentano gli effetti. Io non ci sto. Non accetto chi gioca a nascondino ovvero chi dimentica il passato e si lamenta del presente che ha contribuito a creare. Troppo facile e troppo comodo.

Redazione