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MADDALONI- Gira e rigira si ritorna sempre al punto di partenza. Lo stato di agitazione e l’insoddisfazione degli operatori ecologici non finisce mai. Oltre ai problemi, che hanno innescato l’attuale stato di agitazione (motivato anche dalla mancanza di dispositivi di protezione individuale), permane la preoccupazione per le condizioni di assembramento e la mancanza di percorsi di distanziamento all’interno degli uffici. Ma c’è un altro problema che agitano, e tanto, i dipendenti: ci sono stati nei giorni scorsi dei provvedimenti disciplinari a carico del personale. Ed è esplosa l’insoddisfazione per la riorganizzazione dei quadri aziendali. e una ancora più antica e irrisolta che è il problema del sottorganico. La contabilità sindacale è presto fatta: visti i numeri dei pensionamenti (ben più numerosi di quelli programmati in sede di sottoscrizione del contratto Comune-Buttol (gennaio 2017) la programmazione della dotazione organica errata ha prodotto un sottorganico strutturale. Aggravato poi anche da alcuni decessi. Il risultato è che è aumentato il carico di lavoro, anche per l’attivazione di servizi supplementari, sostenuto da un nucleo ristretto di dipendenti. E’ questo il problema vero del personale e la madre di tutte le battaglie dei sindacati. Il braccio di ferro dura da almeno tre anni. Ma c’è una richiesta ancora più pressante: visti che sono mutate le condizioni contrattuali di partenza, il comune di Maddaloni (in qualità di committente) non può sottrarsi da un confronto e una programmazione con l’azienda. E anche da questo fronte non arrivano risposte. La richiesta è unanime è drastica: Comune Buttol debbono dare risposte ai dipendenti tartassati. La sensazione è che problemi mai del tutto affrontati ritorneranno periodicamente come lo stato di agitazione, l’insoddisfazione dei dipendenti e il difficile dialogo o rapporto tra azienda e maestranze.

Redazione