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Le regole dell’Eurovision sono inflessibili: canzone ridotta a tre minuti e via i termini explicit

Poco più di dieci giorni fa vincevano a sorpresa (mica tanto…) il 71° Festival della Canzone Italiana, portando la rivoluzione rock sul palco dell’Ariston, ventotto anni dopo Enrico Ruggeri. Dopo meno di due settimane i Maneskin sono un ciclone inarrestabile tra numeri da capogiro e tanti progetti all’orizzonte. Non possiamo parlare di novità assoluta. La band già dopo “XFactor” nel 2017 aveva iniziato un cammino che non lasciava spazio a dubbi sulla qualità del progetto. Il post Sanremo, però, è qualcosa di sensazionale. “Zitti e Buoni”, il brano vincitore dell’edizione 2021 del Festival conta già 11 milioni di streaming, oltre al sold out in sei ore al Mediolanum Forum di Milano, annunciano il tutto esaurito anche al Palasport di Roma, raddoppiando con una seconda data e toccando oltre 24.000 biglietti venduti! (il 14, sold out, e 15 dicembre 2021 a Roma e il 18, sold out, e 19 dicembre a Milano) nel tour organizzato e prodotto da Vivo Concerti, dove porteranno live la loro rivoluzione rock presentandoil secondo album “Teatro D’Ira – Vol. I” (in uscita il 19 marzo). La band italiana più irriverente e provocatoria della scena musicaledopo aver trionfato al Festival, rappresenterà l’Italia all’edizione 2021 dell’Eurovision Song Contest. Sul palco più prestigioso d’Italia i Måneskin hanno messo a nudo la loro identità e la loro anima, portando il loro rock spinto, senza compromessi e la loro rivoluzione continuerà dal vivo nel prossimo tour. “Zitti e buoni” ha la dimensione live nel suo DNA, quella di cui gli artisti si sono nutriti attraversando l’Italia e l’Europa nel primo lungo tour di oltre 70 date sold out e dove non vedono l’ora di tornare.

La cover del nuovo album

Fuori l’atteso album, “Teatro d’ira – Vol. I”: il primo volume di un nuovo progetto più ampio che si svilupperà nel corso dell’anno e che racconterà in tempo quasi reale gli sviluppi creativi della band insieme alle prossime importanti esperienze, fra le quali quella, straordinaria, del Festival. Un percorso ambizioso e in continuo divenire, partito dal singolo “Vent’anni” (disco di platino). Un disco tutto suonato, registrato in presa diretta, rimandando alle atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70 e allo stesso tempo contemporaneo, capace di rappresentare lo stile della band. Il teatro, metafora in contrasto con l’ira del titolo, diventa lo scenario in cui questa prende forma. Non si tratta di una collera contro un bersaglio, ma di un’energia creativa che si ribella contro opprimenti stereotipi. Una catarsi che genera, grazie all’arte, una rinascita e un cambiamento in senso positivo. In “Teatro d’ira – Vol. I” la band trova una nuova connotazione sonora per esprimere il proprio messaggio. Al centro della loro scala dei valori campeggia la libertà dalle sovrastrutture e dai filtri inutili, unita al desiderio di essere autentici. Un appello che si rivolge alla Generazione Z, ma che si allarga a tutto il pubblico: un invito a scrollarsi di dosso etichette preconfezionate per vivere appieno ed essere se stessi, senza paura del giudizio.

I Maneskin in questo scatto dal sapore vintage (ph. Francis Delacroix)

Intanto Su YouTube è uscita una nuova versione di Zitti e buoni, confezionata appositamente per la Ahoy Arena di Rotterdam dove il 22 maggio si svolgerà l’Eurovision. Una delle regole delle canzoni in gara all’Eurovision è però l’assenza di parolacce. E così la band ha dovuto riadattare il brano: “Vi conviene toccarvi i coglioni” è diventato “Vi conviene non fare più errori”, mentre “Non sa di che cazzo parla” è diventato “Non sa di che cosa parla”. Sanremo, Rotterdam e (si spera!) finalmente live per abbracciare un pubblico multigenerazionale che ha dimostrato di amare la rivoluzione dei quattro ventenni romani. Dopo oltre 16 dischi di platino e 5 dischi d’oro, i Måneskin sono pronti a scrivere nuove pagine della loro giovane ma già intesa storia

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Vincenzo Lombardi