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Si può fornire qualche elemento in più su una storia che apre pista per tutti coloro i quali ritengono di aver subito un trattamento carcerario degradante e offensivo della dignità umana.
Dal 2014, lo stato italiano è stato costretto dalla corte europea dei diritti dell’uomo ad adeguare la sua legislazione a quella dell’unione, precisamente ai contenuti dell’articolo 3 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentli.
Fino al 2014 lo stato italiano, per l’appunto, patentemente fuori legge, non aveva armonizzato la sua legislazione a quello che è un principio fondante della civiltà dei popoli, perchè come diceva Voltaire e come ci ricorda l’avvocato Giovanni Vairo di Maddaloni, legale, insieme alla sua collega Vincenza Desiato, dell’ex detenuto risarcito, “la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri.”
Dunque, con il decreto numero 92 del 2014 convertito nella legge numero 117 dello stesso anno, è stato stabilito anche il diritto al risarcimento economico e le proporzioni dello stesso in caso di violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dunque in caso di trattamento carcerario inumano e non rispetto della dignità del detenuto.
Sulla base di questa nuova legislazione hanno lavorato i già citati avvocati Giovanni Vairo e Vincenza Desiato i quali sono riusciti ad ottenere, con una sentenza del giudice Marina Tafuri, un risarcimento di 9 mila 176 euro, 8 euro per ognuno dei 1147 giorni di detenzione trascorsi dal maddalonese T.F. tra i penitenziari di San Tammaro-Santa Maria Capua Vetere e Napoli-Secondigliano.
“Questa – commenta l’avvocato Vairo – si può a ben ragione definire una decisione illuminata. Una decisione che sicuramente può aprire a discussioni, ma che deve essere inquadrata nell’ambito di un sistema penale, il quale deve intendere l’espiazione della pena come reale strumento di recupero e di risocializzazione, ma soprattutto inquadrare la dignità umana come principio fondamentale al quale non può mai derogarsi.”
“L’approccio umano al detenuto – prosegue l’avvocato Vairo – deve essere l’espressione più vera ed autentica di uno Stato il cui sistema sanzionatorio non può mai accompagnarsi a quel sentimento di vendetta che spesso inevitabilmente muove la pubblica opinione.”
“In quest’ottica – conclude il professionista maddalonese – la ragione della decisione di risarcire risiede nella considerazione che il Diritto costituisce e rappresenta un valore fondamentale di una società democratica.”.
Francesco Pio Cicchella
 

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