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E’ una «Caporetto giudiziaria»: una sconfitta totale, incondizionata, su tutta la linea. Ma soprattutto una clamorosa bocciatura politica di chi ha retto le sorti amministrative dal 1992 ad oggi. Tutti colpevoli, lo dice il  Consiglio di Stato: la quinta sezione, con una sentenza tombale e inappellabile (numero 3983 del 10.08.2017), ha messo la parola fine sull’annoso contenzioso tra il comune di Maddaloni e Rete ferroviaria italiana (Rfi spa) relativo alla questione della chiusura dei passaggi a livello secondo gli impegni assunti addirittura con la convenzione del 1986 (amministrazione retta dal sindaco Salvatore Cardillo). Per capirne di più e mettere in luce tutta la portata gravissima di un simile pronunciamento, ne abbiamo parlato con l’avvocato Vincenzo D’Errico, ex presidente del Consiglio Comunale, incaricato proprio di sancire accordi risolutivi con Rfi, poi disdetti che ne sancirono il personale allontanamento dalla politica.
Avvocato ci spiega cosa è realmente successo?
«Palazzo Spada con tale  sentenza ha accolto tutte le domande di Rfi ed ha confermato la condanna del comune alla chiusura del passaggio a livello di via Appia oltre al risarcimento di tutti i danni provocati dal suo comportamento inadempiente a partire dai primi anni 90 fino ad oggi».
Una disfatta che si traduce in un bagno di sangue finanziario che va ben oltre i 2,5 milioni di euro già vantati da Rfi?
«Esattamente. Pagheremo molto di più per l’atteggiamento ostativo assunto dall’ente locale. Non a caso, nella sentenza si legge che e’ stata richiesta la trasmissione degli atti alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per il danno erariale provocato al Comune di Maddaloni»
In pratica?
«Di tale danni dovranno infatti rispondere tutti gli amministratori che si sono succeduti nel tempo e che con la loro condotta hanno impedito l’esecuzione delle obbligazioni contrattuali assunte dall’ente con la convenzione del 1986».
Possiamo essere più espliciti?
«Nella sentenza si legge: “Deve confermarsi che il comune diMaddaloni  ha tenuto nel corso della vicenda una condotta gravemente, retiteratamente e consapevolmente inadempitiva degli obblighi su di esso ricadenti ai sensi della più volte richiamata convenzione”.
La prova della consapevole volontà degli amministratori di porre in essere un inadempimento delle obbligazioni contrattuali del Comune nei confronti di Rfi che si evince dalla delibera di giunta comunale n. 113 del 15 maggio 2007 (sindaco Farina) di cui verosimilmente dovrà occuparsi la Corte dei Conti.
La strada del contenzioso ad oltranza e degli atteggiamenti dilatori alla fine non ha pagato?
«Veramente pagano i contribuenti maddalonesi».
A quanto ammonta il danno?
«In sintesi, oltre ai danni procurati erano stati circoscritti per la disdetta immotivata e unilaterale solo della chiusura del passaggio a livello di via Appia (Km 280+211) cioè due milioni e mezzo di euro e relativi interessi, il Comune dovrà pagare: i costi sostenuti per il personale addetto alla gestione del passaggio a livello; per la manutenzione degli attraversamenti; l’integrale ristoro della manutenzione correttiva e della manutenzione preventiva dell’impianto conteso. E cosa ben peggiore, l’ente locale dovrà pagare tutti gli «onorari dei progettisti e le spese di progettazione sostenuti da Rfi» per le opere alternative (sottopassi, sovrapassi, shuntaggio, strade  strade complanari e opere di compensazione) sempre finalizzate alla soppressione degli attraversamenti urbani, prima chieste dal Comune e poi disdette dalle diverse amministrazioni che si sono succedute nel tempo a partire dal 1998.
Si può fare qualcosa per evitare questo naufragio finanziario?
«No. Entro 120 giorni dovranno essere contabilizzati tutti gli ammanchi. Si prospetta un buco contabile minimo di almeno cinque milioni di euro. E poteva andare peggio perché il Consiglio di Stato (rigettando le richieste di prescrizione del contenzioso) ha imposto la stima dei danni a partire dal 1992».
E’ una «Caporetto giudiziaria». Giusto?
«Semmai, si chiude indecorosamente la controversa questione dei passaggi a livello la quale avrebbe potuto rappresentare per Maddaloni una opportunità’ di sviluppo e di crescita (secondo gli intenti manifestati dal sindaco Lombardi nella seduta di consiglio comunale del 13 luglio 2005 nel corso della quale  lasciava il testimone ai suoi successori richiamando la delega ad hoc che aveva conferito al presidente del consiglio comunale (ed al lavoro da questi svolto per conto e nel’interesse dell’amministrazione). Invece, grazie a politici privi di scrupolo oltre che di competenza, ha costituito una ulteriore perdita per i maddalonesi sia in termini economici che per la mancata fruizione di servizi essenziali quali la viabilità’ urbana tuttora compromessa dalla presenza dei passaggi a livello.
Di valutazioni politiche amministrative che ne occuperemo nella seconda parte di questa intervista. Ritorniamo alla sentenza: è vero che i  nuovi progetti legati alla Napoli-Bari non cancellano contempla il salasso?
«Purtroppo si. Per il Consiglio di Stato c’è l’interesse di Rfi  ad ottenere tutti i risarcimenti dei danni subiti. I tanti annunciati e sbandierati progetti che avrebbero, di per sé archiviato di fatto il contenzioso, sono solo una foglia di fico dietro cui è stata nascosta la mala gestione amministrativa. I risarcimenti non vengono meno in ragione dell’eventuale nuovo assetto (dovuto agli interventi connessi all’alta velocita’/alta capacita’ Napoli-Bari) e ciò’ sia perché «nessuna delle varianti progettuali richiamate dal comune risulta allo stato definitivamente approvata ed esecutiva nei suoi diversi aspetti….»  sia vieppiù perché’ «il comune ha avversato l’approvazione e la realizzazione di quelle varianti anche attraverso l’impugnativa in giudizio…»Siamo davvero al paradosso ! Gli amministratori maddalonesi prima abbandonarono il progetto e l’accordo faticosamente raggiunto con Rfi, nell’anno 2005 relativo alla soppressione dei passaggi a livello   ed alla realizzazione di importanti arterie cittadine cosi giustificando la prosecuzione del contenzioso giudiziario (la ragioni di tale assurdo comportamento veniva individuata nella volonta’ di ottenere da parte di r.f.i. una variante alla tratta napoli/bari sul territorio maddalonese c.d. shunt ovvero “il progetto di spostamento del’intera linea ferroviaria, con trasferimento in altra zona della stazione ferroviaria” (cosi si legge nella sentenza del consiglio di stato).
E poi?
«Poi, una volta ottenuto il benestare di Rfi e della Regione alla realizzazione della detta variante, hanno ancora una volta revocato la propria disponibilita impugnando con forza la medesima variante che avevano richiesto, cosi precludendo definitivamente ai cittadini maddalonesi di fruire di importanti opere e servizi e per di piu’ provocando la condanna dell’ente in sede giudiziaria Non sapremmo come altro definire questo epilogo: i nostri amministratori hanno avuto la capacita’ di………….”Perdere capra e cavoli”. Ora, i maddalonesi gabbati devono sapere quello che è stato combinato sulle loro spalle e con i loro soldi.
Di quello che succederà ne parleremo nella prossima intervista.

bocchetti