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MADDALONI- Monnezza nuova sopra monnezza vecchia, depositata sopra altra monnezza ancora più vecchia. E’ la stratificazione temporale della monnezza. Sotto c’è la guaina di asfalto (non rimossa da cinque mesi), in mezzo i tubi in eternit (non rimossi da quasi un mese) e ora sono arrivati pure i bustoni neri dell’immondizia. Maddaloni e maddalonesi sono senza speranza, senza decoro e senza vergogna. Una vergogna senza fine. E’ quello che accade lunga la discesa di Sant’Alfonso che è stata recinta con dei paletti e catene e che è diventata una incredibile discarica permanente. E che discarica: oltre ai rifiuti solidi urbani, sono state abbandonate guaine isolanti, rifiuti speciali come tubi contenenti amianto. E c’è pure un lavandino dismesso. Il comune è in panne. L’Ufficio ecologia (causa covid) è paralizzato e i vigliacchi, delinquenti, senza coraggio ne approfittano innescando una bomba ecologica. E’ il trionfo della cultura camorristica: io faccio l’affare e scarico i rifiuti sugli altri nascosti dietro l’alibi del bisogno o del disservizio . Ma le patologie, come i virus, non conoscono barriere e non guardano in faccia a nessuno. Ancora una volta, «Maddaloni è un territorio aperto»: le ferree regole nazionali sulla gestione dei rifiuti speciali e di quelli cancerogeni qui non valgono, non vengono applicate o sono ignorate. Disastro in pieno centro sotto gli occhi di tutto e nel silenzio generale. E adesso, per rimuover tutto questo disastro bisognerà spendere altro denaro pubblico. Nessuno vede, nessuno sente e nessuno parla. Per la cronaca, l’amianto è «sorgente si fibre aerodisperse» libera di cedere all’area circostante le micidiali microfibre di amianto, causa certa di asbestosi e di mesotelioma pleurico. Buona salute a tutti.

Redazione