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SAN FELICE A CANCELLO – Mancano solo le carte bollate, ma lo scontro tra Comune e Buttol orami è infuocato e a suon di milioni di euro. Si è celebrato stamani il consiglio comunale a distanza che tra diversi punti prevedeva anche la presa d’atto dell’indirizzo della giunta comunale per la risoluzione contrattuale con la Buttol per gravi inadempienze.

«Non uno sfizio – arringa il sindaco Giovanni Ferrara – non un capriccio di sindaco o assessori, ma un atto consequenziale alle gravi inadempienze che la società ha commesso durante tutto lo svolgimento dell’appalto, almeno da quando è in essere l’attuale Amminisrazione».

L’appalto del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani fu affidato dalla commissione straordinaria che ha preceduto l’elezione di Ferrara, con la Buttol unica partecipante e quindi affidataria per sette anni del servizio.

«Gravi disservizi – continua Ferrara – non a danno della nostra Amministrazione ma di tutta la città di San Felice a Cancello. 170 mila euro di costo mensile, a fronte di un servizio al limite della decenza, spesso a singhiozzo, con un organico effettivo di non oltre 18 unità, tra pensionamenti, malattie, congedi ed altre indisponibilità, rispetto ai 28 previsti dal capitolato d’appalto. Con il risultato di strade sporche e spazzatura per strada. Ciò devono sopportare i cittadini di San Felice a Cancello ai quali chiediamo di pagare profumatamente il servizio con le tariffe da Ente dissestato».

È un fiume in piena Ferrara, che aggiunge: «Come se non bastasse, la Buttol si sottrae da tempo ad ogni forma di controllo e verifica prevista dallo stesso contratto. Però ci chiede più soldi, perché nel frattempo il costo per il conferimento è aumentato. Anche su questo abbiamo chiesto supporto al nostro legale di fiducia Taglialatela e siamo determinati, dopo aver sentito anche il consiglio comunale, a dare mandato al dirigente del settore ecologia per avviare la procedura di risoluzione per grave inadempienze».

Mentre il consiglio comunale si apprestava a votare favorevolmente alla nota di indirizzo della giunta, con l’eccezione del Movimento 5 Stelle non sul principio o nel merito, ma sulla modalità di voto, la Buttol diramava un comunicato con cui formalmente diffidava e metteva in mora il Comune di San Felice a Cancello per oltre un milione di euro tra arretrati e canoni correnti e chiede lei la rescissione del contratto.

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La querelle non sembra destinata a chiudersi qui e avrà oltre che strascichi giudiziari anche psicologici e politici. Psicologici, perché come ha smesso in apertura lo stesso Ferrara: «Non nascondo che la vicenda Buttol ha influito e non poco sulle dimissioni dello scorso febbraio. Sono successe cose da pazzi: non appena ho rassegnato le dimissioni la Buttol ha messo in strada ben due spazzatrici, mentre ancora oggi bisogna fare la lotta per vederne una sola, a mesi di distanza».

In apertura del consiglio comunale, infatti, Ferrara ha relazionato sui motivi e le scelte che lo hanno portato dapprima a rassegnare le dimissioni ed in seguito a ritirala. «Motivazioni del tutto personali – ha detto Ferrara – prima di essere un sindaco sono un figlio, un marito, un padre e un professionista; sentivo il peso di tutte queste responsabilità. La vicenda Buttol, come quella del Consorzio Idrico Terra di Lavoro che incassa le bollette d’acqua dai nostri cittadini, ma non paga il nostro fornitore per gli stessi consumi idrici per milioni di euro, non mi fanno dormire la notte. Dopo le dimissioni sono arrivate tante dimostrazioni di solidarietà, dal Prefetto al Vescovo, dai comandanti delle due stazioni dei carabinieri fino ad ognuno dei consiglieri della maggioranza; sono stato addirittura sentito dalla magistratura: non potevo tradire il giuramento fatto quando ho indossato la fascia tricolore». Ferrara ha incassato il sostegno pieno della sua maggioranza. Almeno per ora.

Redazione On Line