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ACERRA- Il futuro della Montefibre? Ospitare lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti organici da trasformare in gas metano, carburante destinato al mercato dell’autotrazione. La Regione Campania e l’Arpac hanno rilasciato la Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) e quindi si apre un nuovo scenario per la costruzione di una centrale di biometano nella provincia di Napoli sul modello di quello operativo nel territorio di Giugliano. Netta l’opposizione del Movimento Cinque Stelle che rilancia e argomento anche la contrarietà del vescovo Antonio Di Donna.

La nota di Valeria Ciarambino:

Il perimetro dell’agro nolano e dell’area a nord di Napoli non può diventare la discarica d’Italia. Ha ragione monsignor Antonio Di Donna nel puntare il dito contro chi continua a localizzare impianti per il trattamento dei rifiuti in un territorio già saturo di siti di questo tipo e dove si registrano continui sforamenti dei limiti di polveri sottili. Non è accettabile che Arpac abbia dato parere favorevole alla realizzazione di un sito da ben 80mila tonnellate di rifiuti per la produzione di biometano ad Acerra, che già ospita l’unico inceneritore a servizio di tutta la Campania. L’impianto dovrebbe sorgere, tra l’altro, in un’area di sviluppo industriale che andrebbe invece destinata a progetti tesi ad attrarre investimenti e a porre le basi per la creazione di nuove imprese, migliorando la qualità di vita per gli abitanti del luogo attraverso progetti innovativi di sviluppo eco-compatibile. Si tenga inoltre conto dell’ammonimento dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui su territori che hanno già subito il dramma dello sversamento dei rifiuti tossici, andrebbe bloccato qualunque tipo di impianto se prima non si è proceduto alla bonifica dei suoli.Immaginare di edificare un nuovo sito di trattamento ad Acerra è impensabile in un’area per la quale il piano d’ambito prevede già impianti a Pollena, Palma Campania, Marigliano e Afragola, in aggiunta allo stir di Tufino. Senza dimenticare l’impianto di compostaggio a Pomigliano, da 24mila tonnellate annue di rifiuto umido, frutto di un accordo tra la precedente amministrazione comunale e la Regione Campania adottato senza alcun coinvolgimento della comunità locale, che sorgerà proprio al confine con Acerra. Ho presentato un’interrogazione dove chiedo che su Acerra ci sia un ripensamento da parte della Regione, e che proceda alla sospensione di un progetto che rappresenta una beffa per territori che hanno subito decenni di veleni e devastazioni ambientali.

L’area della Montefibre
Redazione