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La crisi del Pd e le conseguenze sul territorio. Maddaloni vista da lontano ma non troppo. L’esistenza di un partito senza leader, in perenne lotta tra tribù interne, senza sede, senza candidati unitari, senza voce unitaria, senza congresso e senza la capacità di incidere sul territorio cioè retrocesso ad una gigantesca macchina elettorale acefala, sconcerta chi guarda dall’esterno. Pasquale Vigliotta (attivista storico della sinistra di Valle di Maddaloni) scatta l’istantanea sulle conseguenze che tutto ciò sta generando anche nei comuni vicini.
Come mai ha deciso, in qualche modo, di intervenire nel dibattito sterile del Pd di Maddaloni?
Non intervengo affatto. Non mi compete. Ma non possono tacere sulle conseguenze, che questa crisi aggravata e prolungata, sta generando. Nessuno vede o finge di non vedere che la «crisi politica prolungata di Maddaloni», che resta il comune di riferimento del sudest casertano (come lo è stato in tutto il novecento) sta avendo gravi contraccolpi anche sulla gestione politica dei centri vicini e sulla gestione più ampia del territorio.
Si riferisce alla gestione dei servizi sociali intercomunali?
Ma no. Questa a è solo una delle mille conseguenze amministrative e gestionali che la mancanza di politica e visione strategica ha creato. Potrei parlare dell’ ospedale, della programmazione urbanistica, delle politiche ambientali. Ebbene nessuno degli esempi sarebbe esaustivo. Perché non si può vivere in un territorio senza una visione di sintesi cioè politica e strategica utile alla comunità. E soprattutto non si può abdicare al ruolo che compete alla politica.
Sta dicendo che si nasconde dietro i commissariamenti sta scappando dalle responsabilità?
Si. Il territorio, come è stato da sempre, non può essere telecomandato dall’esterno né retto da una fitta rete di vassalli, valvassini e valvassori che fanno la volontà dell’onorevole o consigliere regionale di turno. Dico questo perché quello che accede a Maddaloni poi, nel bene e nel male, si replica nei centri vicini. In sintesi se Maddaloni non si darà una propria classe dirigente, capace di essere autonoma e pensare con la propria testa, sprofonderà nel degrado. E con essa tutti i comuni vicini per inevitabile effetto a catena o di contagio. E’ triste vedere come il Pd, il partito che frequento e conosco da vicino, non sia più il collettore e l’interlocutore delle energie innovative della società. Limitarsi alla conta interna o pensare che un partito coincida con i voti raccolti alle ultime elezioni è un ragionamento che fa solo chi non è in grado di fare politica, di pensare il territorio e di svolgere il ruolo di classe dirigente. Al massimo può fare il consigliere comunale forse anche l’amministratore. Ma sempre e solo con scarsi risultati. E gli esempi abbondano.
Sta dicendo che si abbandona alle guerre tribali interne ai partiti, in questo caso al Pd, non è consapevole di avere un ruolo che va oltre l’angusto recinto degli interessi personali?
Aggiungo pure che a Maddaloni si fa finta di non vedere che la gente si aspetta, dai protagonisti della rissa politica locale, dimostrazione tangibile di saper amministrare e governare. E chi sta fuori guarda con molta apprensione a quello che succede nel comune territorialmente più grande. Chi non vede questo o è un incapace o un’irresponsabile.
Sta parlando sempre del Pd?
Sto parlando di tutti i partiti e movimenti con annesso arcipelago di liste civiche. Basta con i partiti personali. I partiti chiusi in appartamenti privati o civili abitazioni. I partiti inaccessibili  dall’esterno. Certo i partiti sono in crisi. Ma a Maddaloni e non solo ci siamo ridotti alla politica delle catacombe: nascosta, sotterranea, clandestina, privatistica. I danni che si stanno creando al territorio (Maddaloni e comuni vicinori) è incalcolabile. E su questo non si può tecere altrimenti si diventa complici.

bocchetti