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Divisione consensuale degli spazi dell’ex convento dei Padri Oblati in funzione dei bisogni della comunità parrocchiale e dell’ente locale

MADDALONI- Sembra che il dopo terremoto dell’80 non voglia passare. Ma tra i tanti strascichi ancora pendenti, uno è giunto a conclusione. Dopo 40 anni, il contenzioso tra il Comune e i Padri Oblati e prima la Curia Vescovile poi (che ne ha l’ha ereditato) è giunto a conclusione. C’è l’accordo, dopo che la transizione immobiliare dalla Provincia Meridionale dei Missionari Oblati alla Curia e ora alla Parrocchia di Maria Immacolata si è compiuta. Le parti hanno deciso di passare alla fase attuativa: il grande immobile sarà diviso e cogestito. Il chiostro, l’ex area conventuale, alcuni locali al piano terra e quelli direttamente comunicate con la chiesa resteranno nella piana disponibilità dell’oratorio e del parroco. Le altre aree, confinanti con l’attuale sede dei servizi sociali, l’ex ospedale e i piani rialzati esterni   saranno utilizzati dall’ente locale. E nei giorni in cui si ricomincia a parlare di futuro possibile, il pensiero non può non andare a a don Matteo Candeloro. Fu lui, sacerdote tenace e compianto, ad essere un coraggioso capace di visione profetica. Da solo, si oppose alla volontà del comune di procedere alla demolizione all’indomani del sisma. Fu sempre lui, testimone delle fede e attento al servizio per i giovani, la comunità e la città. Una lotta giusta per la comunità. E il suo impegno è stato premiato. In attesa degli atti ufficiali finali da ratificare, va pianificato l’utilizzo dei nuovi spazi che avrà il comune.

Sindaco, allora, che si farà in questo nuovo contenitore?

Certamente, c’è bisogno di spazi da destinare all’adeguamento degli uffici aperti al pubblico e alle associazioni del terzo settore soprattutto sotto il forte impulso dell’emergenza covid.

Tempi?

Puntiamo a perfezionare gli atti e completare il trasloco entro luglio prossimo.

Quale è il progetto complessivo?

Il comune punta su un progetto di «riqualificazione urbana». Fondi da destinare a due obiettivi complementari: recuperare uno spazio fortemente degradato nel cuore del centro urbano; ma anche «risolvere i problemi di identità di quartiere, la mancanza di spazi pubblici e rendere possibile la realizzazione di aree verdi e la creazione di servizi».

Redazione