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In prosecuzione dell’attività che ha condotto le fiamme gialle di Rovigo nel febbraio scorso
all’esecuzione di un sequestro preventivo per un valore di oltre 14 milioni di euro, il Nucleo
di Polizia Economico-Finanziaria di Rovigo ha dato esecuzione, con la collaborazione di
vari reparti del Corpo attivati a livello nazionale, ad un ulteriore decreto di sequestro
preventivo emesso dal Tribunale di Rovigo, su richiesta della locale Procura della
Repubblica – Sost. dr. Mammucci e Sost. dr. Bigiarini – al fine di cautelare un patrimonio
immobiliare di significativa entità, illecitamente accumulato con una serie di truffe,
perpetrate prospettando alle parti offese finanziamenti o cessioni a investitori esteri.
Sono stati sequestrati un complesso industriale, 16 fabbricati e 16 terreni per un valore
complessivo di 26.400.000 euro, dislocati nei Comuni di Castellamare di Stabia, Magliano
in Toscana e S. Teodoro nonché la totalità delle quote societarie di una società per azioni
per un valore di 20 milioni di euro, il tutto per un valore complessivo di circa 47 milioni di
euro.
Ventuno sono i soggetti indagati a vario titolo per truffa, riciclaggio ed autoriciclaggio di cui
13 di nazionalità italiana e 8 di nazionalità straniera.
L’attività è stata eseguita attraverso l’ausilio di vari reparti del Corpo (2° Nucleo Operativo
Metropolitano di Napoli, Compagnia di Grosseto e Compagnia di Nuoro) i quali hanno
proceduto all’esecuzione delle trascrizioni dei sequestri di beni presso le competenti
Conservatorie dei registri immobiliari; la misura ablativa sulle quote societarie è stata
eseguita a cura della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli.
Il meccanismo fraudolento, attuato in modo sistematico, prevedeva l’avvicinamento di
imprenditori o di privati, bisognosi di finanziamenti, da parte di sedicenti
commercialisti/broker nazionali ove questi ultimi prospettavano l’interesse, da parte di
investitori stranieri (bulgari), all’acquisto di società nazionali o di immobili di proprietà
privata (in alcuni casi di particolare pregio per la zona territoriale in cui erano ubicati, es.
ville con piscine a S. Teodoro, ovvero per le caratteristiche tecniche degli immobili).
In tal modo si inducevano le vittime a cedere le quote societarie ovvero i propri immobili a
società bulgare o inglesi (talora intestate a prestanome), con previsione di un pagamento
del corrispettivo con scadenze dai 6 mesi ad un anno e con fittizie garanzie fideiussorie,
concretizzando una spoliazione dei beni di cui si appropriavano gli autori della truffa.
Nell’attività di intermediazione è intervenuta una società romana, prospettata dai sodali
come economicamente solida, su cui invece pendeva un’istanza di fallimento (poi fallita
nel settembre dell’anno 2019) la quale, a garanzia delle compravendite, avrebbe dovuto
rilasciare polizze fideiussorie, rivelatesi poi false ed il cui legale rappresentante era
contestualmente amministratore di una delle società bulgare o inglesi.
Comando Provinciale
Guardia di Finanza Rovigo
I procuratori speciali intervenivano nelle operazioni economiche anche attraverso procure
rilasciate in rappresentanza delle persone offese e in un caso veniva addirittura creata una
mail fittizia per far figurare una procura a vendere.
In sostanza, attraverso vari passaggi negoziali, le vittime perdevano sia la titolarità delle
società in cui erano confluiti i beni, che i beni stessi. All’esito della spoliazione venivano
poi operate ulteriori alienazioni dei beni ovvero delle quote societarie delle società
interessate, in modo da frapporre ostacoli all’identificazione della provenienza delittuosa
dei beni medesimi, così integrando le condotte di riciclaggio e facendo in modo che le
proprietà rimanessero sempre sotto la sfera di influenza degli artefici della frode.
A tal fine venivano appositamente costituiti dei GEIE (Gruppo Europeo di Interesse
Economico) nel cui patrimonio confluivano i beni precedentemente sottratti. Allo scopo di
frapporre un ulteriore schermo a protezione di tale patrimonio veniva inoltre creato un trust
o venivano simulate cessioni a terzi.
L’attività di indagine costituisce espressione delle funzioni di polizia economico finanziaria
assegnate al Corpo della Guardia di Finanza, finalizzate al contrasto dei sistemi di frode
più dannosi che generano danni alla collettività e agli imprenditori onesti attraverso
l’inquinamento dell’economia legale.

Redazione