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La solita discussione vecchia di 20 anni sulla alienazione del patrimonio immobiliare comunale. La dura presa di posizione del Sunia contro il “chiacchiericcio dei politici, amministratori e consiglieri comunali

MADDALONI- Ma quale vendita di alloggi comunali. Serve una seria politica abitativa che non c’è mai stata e che nessuna amministrazione comunale è riuscita a fare. Il Suni bacchetta consiglieri comunali e amministratori. Il Sunia ribalta i soliti teoremi basati sui luoghi comuni: «Meglio puntare sulla legalità e abbattere i privilegi e gli sprechi del comune».

Ciro Cortese perché siete critici contro la vendita?

Si fanno chiacchiere invece di pianificare serie politiche abitative. Ci si abbandona a facili e sterili proclami. Eppure sono anni che chiediamo di conoscere le condizioni socio-economiche degli occupanti per poi pianificare una seria azione finalizzata al recupero della morosità e al sostegno delle famiglie in difficoltà. Invece, si continua a non fare nulla pertanto chi è in difficoltà sta sempre peggio; chi è in regola con i pagamenti non è tutelato e i furbi fanno quello che vogliono. La disorganizzazione tutela solo chi pratica l’illegalità.

Insomma, il comune non sa nemmeno chi abita nei suoi alloggi e in che condizioni versa?

Esattamente. Allora, facciamo un ragionamento serio: si è esaurita la funzione storica di questi alloggi, che era quella di calmierare le tensioni sociali degli anni ’80. Ora, è giunto il momento di un riordino di settore sociale strategico non già invocare un generica e impraticabile dismissione. Si faccia un censimento serio: il comune non conosce i suoi inquilini e nemmeno l’esatta consistenza del suo patrimonio immobiliare.

Quindi che fare?

Al posto di una problematica alienazione, si propone l’istituzione di una  «Anagrafe degli inquilini» che permetta, sulla base di analisi patrimoniali e reddituali certe, di impostare un corretto risanamento finanziario e una trasparenza gestionale. Se vogliamo fare un apolitica seria sulla casa serve l’ “Ufficio casa” altrimenti si discute a vuoto e si ripetono, periodicamente, sempre le stesse cose senza raggiungere nessun risultato. L’ “Ufficio casa” è lo strumento per intervenire.

E dopo di che?

Contro i rassegnati difensori dello stutus quo e dei  poveri di professione, che ci hanno portato alla catastrofe, opponiamo e proponiamo il risanamento, l’avvicendamento e la lotta alla morosità storica colpevole. Il problema non sono gli inquilini ma gli amministratori. Gli ultimi quattro hanno respinto o ostacolato le richieste sindacali a tutela dei portatori di disagio sociali, contro le occupazioni senza titolo, per la verifica della persistenza di condizioni di assegnazioni a carico di chi ha perso i requisiti originari o peggio è affetto da morosità storica.

Redazione