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Una rete fittissima di contenziosi avvolge il comune di Mondragone in una morsa soffocante. I tantissimi conflitti ai quali è esposto- con relativo “esercito” di avvocati (tutti nominati, come denunciamo da anni, con una procedura, a nostro avviso, illegittima) – lo impegnano come nessun altro problema e lo espongono ad esborsi continui e a ripetuti salassi che hanno contribuito non poco a sfasciare il bilancio. Eppure, cercare di seguire ciò che accade sul versante dell’enorme contenzioso comunale (un garbuglio inestricabile!) è operazione assolutamente impossibile: sia i decreti di nomina degli avvocati difensori sia– soprattutto- le determinazioni di liquidazione di parcelle o di presa d’atto– con relativi adempimenti conseguenziali- delle risultanze processuali vengono redatti in modo tale da evitare accuratamente di far conoscereinformazioni utili per capire l’oggetto della contesa, gli attori in campoe così via. Eravamo rimasti colpiti tempo addietro dalla liquidazione di una parcella, non proprio irrilevante, ad un noto avvocato mondragonese, chiamato a difesa del Comune in ogni epoca e dalle più diverse amministrazioni. Ma per capire quale fosse la causa che aveva impegnato davanti al Tribunale di Santa Maria C.V. questo avvocato a difesa del nostro Comune abbiamo dovuto recuperare la sentenza (N. 581/2021 pubblicata il 08/03/2021). Stiamo parlando della causa civile che ha visto il comune di Mondragone contrapposto al Fallimento EGEASERVICEspa. Il nostro Comune aveva proposto opposizione al decreto ingiuntivo n.27/05 emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V., sezione distaccata di Carinola, il 23/24 febbraio 2005(sedici anni fa!),con cui era stato ingiunto il pagamento in favore della società ECO Quattro spa della somma di € 3.459.069,96, oltre interessi, spese e competenze. Siamo alle solite: stiamo parlando sempre dei 9 anni terribilidell’Amministrazione di Ugo Alfredo Conte, stiamo sempre dalle parti del CE4 e dell’ECO4, che tanti attori protagonisti ha avuto nel nostro territorio (alcuni purtroppo tuttora attivi)e stiamo ancora parlando di quei carrozzoni che loro avevano tirato su tra mille illegittimità per malaffari e clientele, carrozzoni travolti miseramente dalla giustizia penale. Ma stiamo parlando anche di un incredibile corto circuito (che dovrebbe farci riflettere a proposito di altri Consorzi intercomunali): si fanno la società, la riempiono di loro uomini e donne, ma poi non pagano i servizi resi, lamentando un cattivo servizio. Cattivo servizio fatta dalla società che loro avevano apparecchiato.E col solito “trucco” delle contestazioni scaricano sul futuro, su chi verrà dopo, le loro mascalzonate e i debiti da loro contratti. Stiamo parlando infatti di “mascalzonate” di vent’anni fa. Dilungarci sullo “scandalo planetario” dellagestione della monnezza di quegli anni è però ormai un esercizio inutile. Si sa praticamente tutto. Si aspetta semmai soltanto qualche altra sentenza. In questa causa il comune di Mondragoneè stato comunque condannato a pagare1.466.802,18 €, oltre interessi legali dalla domanda giudiziale al soddisfo.Comune di Mondragoneche ovviamente farà ricorso, se non altro per posticipare un pagamento che lo porterebbe dritto al dissesto (che tuttavia resta imminente)!Inquesta circostanza ci interessa soffermarci invece su un aspetto apparentemente secondario. Scrive nella sentenza l’ottima Giudice Carla Bianco: “Èopportuno, infine, fare qualche osservazione in merito al rifiuto(di fatto) della parte opponente di aderire alla proposta conciliativa formulata. Va evidenziato che mentre il Fallimento ha mostrato una immediata e certa adesione, l’ente ha tenuto un atteggiamento altalenante determinato, secondo quanto illustrato dal suo difensore, da plausibili (anche tenendo conto delle vicende straordinarie di quest’ultimo anno) esigenze di bilancio e di contabilità pubblica, ma che comunque hanno causato un ulteriore ritardo nella fase decisionale”. La Giudice si sofferma sull’importanza della conciliazione, ma anche su eventuali atteggiamenti atti a tirare a campare e ad allungarela controversia in modo irragionevole o immotivato. Quindi, il comune di Mondragone a differenza di tante altre volte (alcune anche recenti) non ha ritenuto in questo caso di aderire alla proposta conciliativa. Ma, al di là che anche questa circostanza certifica per l’ennesima volta che “abbiamo le pezze al culo, siamo pieni di debiti e di fatto in dissesto”, l’AMBC si chiede:Chi ha dato mandato al difensore di illustrare le motivazioni della mancata adesione del comune di Mondragone alla proposta conciliativa?Chi ha deciso di non transare? E per quale motivo debiti successivi a questo(e anche di molti anni)sono stati invece transati? C’è una logica, una motivazione in tutto ciò? È il tipo di creditore -forse-che spinge alla transazione? Sfuggesempre di più il centro decisionale di questo Comune, con un Consiglio comunale sistematicamente fatto fuori da qualsiasi discussione e decisione (non dimentichiamo che siamo l’unico Comune in Italia a non avere un Assessore al bilancio!)e con una trasparenza del tutto assente. Sì, è proprio vero: “Debiti e bugie sono generalmente mescolati insieme”. E gettano ombre sempre più inquietanti su ciò che resta della nostra democrazia locale.

Redazione