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La Guardia di Finanza ha concluso un’importante operazione finalizzata al contrasto delle
attività illecite strettamente connesse all’emergenza sanitaria in corso ed alla tutela del
consumatore.
Gli accertamenti eseguiti dai militari del Gruppo di Prato rispondono all’esigenza di
monitorare la produzione ed il commercio di mascherine, attività alla quale, sin dal sorgere
della pandemia, si sono riconvertite – in tutto o in parte – numerose aziende del distretto
tessile pratese.
I controlli eseguiti hanno consentito di appurare gravi violazioni a carico di tre società, tutte
dislocate in area Macrolotto.
Due di esse, condotte da soggetti di origine cinese, si erano specializzate nella
contraffazione del packaging delle mascherine prodotte da importanti aziende del settore:
le confezioni riproducevano perfettamente tutte le caratteristiche degli originali, compreso
il marchio “CE”; tuttavia, all’interno, vi erano contenuti dispositivi anonimi e non certificati,
di ignota provenienza e non conformi agli standard previsti. Prodotti in grado di ingenerare
nei consumatori l’ingannevole convinzione di utilizzare presidi capaci di filtrare e
proteggere adeguatamente.
Una terza azienda gestita da italiani, utilizzando costosi macchinari all’avanguardia,
produceva e commercializzava mascherine chirurgiche non conformi rispetto al prototipo
per il quale il Ministero della Salute aveva concesso specifica autorizzazione.
Inoltre, produceva arbitrariamente mascherine FFP2 apponendovi illecitamente la
marcatura “CE” che le certificava come dispositivi di protezione individuale.

Oltre a ciò, è emerso che per far fronte alla crescente domanda ed assicurare un ciclo
produttivo continuo, l’impresa si avvaleva anche di personale impiegato “in nero”.
Complessivamente, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro circa 2,1 milioni di
mascherine chirurgiche e FFP2 corredate da 260mila false certificazioni nonché 123.000
chilometri circa di tessuto ed accessori che avrebbero garantito l’illecita realizzazione di
ulteriori 50 milioni di analoghi articoli. Sequestrati inoltre 35 macchinari industriali utilizzati
per la produzione ed il confezionamento.
Il tutto per un valore stimato di oltre 10 milioni di Euro.
A fattor comune, va rimarcato che la produzione ed il confezionamento nelle tre aziende
avvenivano in precarie condizioni igieniche. Una consistente parte delle mascherine
realizzate era inoltre destinata ad uso pediatrico.
Di assoluto rilievo il volume d’affari generato da tale illecita attività.
Gli esami di laboratorio eseguiti hanno confermato le ipotesi investigative.
I rappresentanti legali delle tre società sono stati denunziati alla Procura della Repubblica
di Prato per frode in commercio, contraffazione e vendita di prodotti industriali con segni
mendaci.

Redazione