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E’ stata “La Stagione dell’Amore” per citare il grande Franco Battiato che ci ha lasciato da pochi giorni. Quel 1991 ci appare così tanto lontano non solo dal punto di vista anagrafico ma ancora di più da quello dello spirito perché mestamente ci rendiamo conto che accaddero cose irripetibili. La Sampdoria nel calcio che vinceva il suo primo ed unico scudetto, la Casertana che andava in Serie B, Maradona che lasciava Napoli dopo una favola irripetibile. All’ombra della Reggia, però, un’altra favola iniziata con il più tradizionale ed immancabile “C’era una volta…”, stava per concludersi con il più sorprendente dei lieto fine. 21 MAGGIO 1991: una sorta di Capodanno dell’Anima per la Provincia di Caserta. Una giornata tramandata di generazione in generazione. Tifosi, appassionati, estimatori e anche gente comune che non aveva mai messo piede in un palasport. Chi ha vissuto quel giorno il 21 MAGGIO sa che sul calendario non può essere un giorno qualsiasi: JUVECASERTA CAMPIONE D’ITALIA! Per la prima volta nella storia della pallacanestro italiana lo scudetto del basket scende a Sud di Roma. Un’impresa impossibile trasformata in una delle storie più belle che lo sport abbia mai raccontato. Un campionato dominato (terminato al secondo posto nella regular season) e quel tabellone playoff che ha scandito il ritmo di un’opera dannatamente casertana dove anche gli indimenticabili americani, Tellis Frank e Charles Shackleford, divennero figli della Reggia insieme con quella “cantera” di scugnizzi che partendo dal settore giovanile arrivò sul tetto d’Italia. Troppo facile citare Nando Gentile ed Enzino Esposito, doveroso ricordare gente come Sergio Donadoni, Giacomantonio Tufano, Francesco Longobardi, il baby Cristiano Fazzi ed ovviamente il condottiero Franco Marcelletti, il “prof.” cresciuto all’ombra di Boscia Tanjevic. Non ci siamo dimenticati di Sandro Dell’Agnello, toscanaccio doc che un giorno affermerà: “Ho trascorso più tempo della mia vita a Caserta che a Livorno…”. Una stagione iniziata con un quasi lutto sportivo: l’addio di Oscar alla casacca bianconera. La “Mano Santa” che lasciava dopo otto stagioni ed oltre novemila punti. Qualcuno nel tempo ha sussurrato: “Fu un sacrificio che valse lo scudetto”.

La festa negli spogliatoi dopo il tricolore conquistato a Milano

Un campionato dominato e i playoff che mettono davanti le nemiche di sempre, Pesaro e Bologna, battute al meglio delle tre gare prima della madre di tutte le finali, quella con Milano che per due volte aveva strozzato in gola la gioia dello scudetto. Quella gara cinque ad Assago, in quell’indimenticabile 21 MAGGIO, cambierà per sempre la storia della pallacanestro come scandivano le parole di Franco Lauro a bordo parquet mentre Enzino Esposito con il ginocchio rotto gli urlava nel microfono: “Non me ne frega un cazzo di niente, fammi vedere la partita!!”. A pensarci bene, quanto ci manca anche Franco Lauro che ci ha lasciato un anno fa e ci faceva emozionare, ogni volta come la prima volta, quando apriva i suoi collegamenti dal PalaMaggiò con l’inconfondibile: “Benvenuti alla Reggia del Basket!” (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO SERVIZIO DEDICATO AL GRANDE GIORNALISTA RAI). Già la Reggia del Basket Italiano che il Cavalier Giovanni Maggiò costruì in cento giorni aprendo le porte del sogno. Quel sogno diventato gloria sotto le bombe da tre di Nando Gentile nella fase clou di gara cinque e le stoppate di Shackleford, il Signore degli Anelli che nella vita privata non troverà la stessa gloria del parquet. 97-88 il risultato finale in quel 21 MAGGIO 1991 che ha reso questa data immortale

PASQUALE LIGUORO: “SONO PARTITO SENZA BIGLIETTO. NON VOLEVO AVERE RIMPIANTI…”

E’ stato un talentuoso giocatore a livello Regionale ed ha difeso in quasi tutte le categorie la squadra della sua città. Oggi, Pasquale Liguoro, una vita sui parquet, fa la cosa più bella del mondo: insegna ai ragazzi la bellezza della pallacanestro e quanta emozione può regalare la palla a spicchi. E’ stato titolare inamovibile in tanti campionati, assistent coach e primo allenatore. Tanta Artus Maddaloni e da due anni una bellissima esperienza con il Caudium Basket di Airola. Pasquale Liguoro, però, è stato soprattutto un tifoso in prima linea della JuveCaserta e quel 21 Maggio lo ricorda fin troppo bene. Era al Forum di Assago dopo l’ennesimo campionato vissuto al PalaMaggiò, una sorta di seconda casa, e tante trasferte realizzate nella maniera più improbabile con gli amici di sempre. Trasferte diventate racconti da romanzare proprio come quella dello scudetto. “Erano passate le dieci di sera del 20 Maggio 1991. Eravamo in piazza a Maddaloni – ricorda Pasquale – alle prese con una sorta di delirio. Un disguido ci aveva privato dei biglietti per gara cinque. Più passava il tempo più aumentavano gli amici e soprattutto i dubbi. Alla fine, la decisione che solo quando hai 21 anni puoi prendere: saliamo in macchina e partiamo! A Milano dobbiamo esserci, non possiamo avere rimpianti. Eravamo presenti nelle precedenti due finali perse, dovevamo esserci anche stavolta. Il presentimento che potesse accadere qualcosa di irripetibile la fece da padrone. Arrivati ad Assago il bagarinaggio fece compiere il miracolo. Insieme con altri tremila casertani eravamo a sostenere i nostri colori. La gioia più grande fu veder vincere una squadra e un allenatore che avevano un grande senso di appartenenza per la maglia e la città. Lo scudetto fu il viatico per la crescita esponenziale di tutto il movimento in Campania con tantissimi giovani che si avvicinarono alla pallacanestro grazie a questa impresa ancora oggi unica. I ricordi, però, affondano anche al campionato con uno spicchio di tribuna composta interamente da maddalonesi. La profonda radice del basket nella nostra città fu un elemento di importante sostegno per Enzino Esposito e compagni. Cosa mi resta di quel 21 MAGGIO? La canotta n.5 di Nando Gentile, lo scout della partita clamorosamente rubato da una postazione riservata alla stampa, due giorni senza dormine, un viaggio in auto inenarrabile con il vetro posteriore completamente frantumato dai tifosi di Milano e soprattutto – conclude Pasquale Liguoro – il regalo più bello che ancora oggi conservo gelosamente. Tanti quadri con all’interno la rassegna stampa di tutti i giornali nazionali che celebravano Caserta Campione d’Italia. Un ricordo bellissimo che mi fu confezionato da colei che sarebbe diventata mia moglie. In fondo la JuveCaserta mi ha portato anche l’amore…

AL MINUTO 01.11 ENZINO ESPOSITO INTERVISTATO DA FRANCO LAURO…IL RESTO E’ STORIA

ROSARIO PASCARELLA: “CENERENTOLA DIVENTO’ PRINCIPESSA”

Voce e firma tra le più autorevoli e competenti del panorama nazionale, Rosario Pascarella era tra i fedelissimi del PalaMaggiò in quell’indimenticabile 1991. Nel corso degli anni è cambiata solo la postazione: dagli spalti alla tribuna stampa per raccontare quelle vicende bianconere che negli ultimi trent’anni non hanno più regalato grandi soddisfazioni. “Il 21 MAGGIO di ogni anno, la mente ritorna automaticamente indietro nel tempo. Un giorno scolpito nel cuore di tifosi ed appassionati. Si potrebbe scandire ogni minuto di quella data impossibile da dimenticare. Ogni secondo di gara cinque con Milano – ricorda il giornalista – è impresso nei miei occhi. Ero davanti alla televisione. Motivi personali non mi avevano permesso di essere al Forum. Una semplice squadra del Sud che batte i colossi del Nord. Davide contro Golia. E’ stato lo scudetto più romantico del basket di ogni tempo, con il vivaio bianconero protagonista assoluto e due americani a completare il roster. Una JuveCaserta profondamente italiana che proprio per questo faceva immedesimare tutti nelle sue imprese. Nella pallacanestro di oggi sarebbe praticamente impossibile. Una stagione straordinaria che andrebbe raccontata con un docufilm in stile Netflix oppure Amazon Prime. Le nuove realtà televisive potrebbero attingere tanto dalla storia di quella JuveCaserta Campione d’Italia. Ci resta un’emozione indimenticabile e tanto rammarico per quanto abbiamo visto e raccontato in questi trent’anni post-scudetto. Una parabola discendente che – conclude Rosario Pascarella – non rende merito a quella vittoria: tre fallimenti, cordate improbabili di imprenditori viste frequentare le storiche stanze del PalaMaggiò e tentavi maldestri di far rinascere il basket casertano. La realtà di oggi si chiama SERIE C SILVER che speriamo possa rappresentare la ripartenza per un nuovo sogno”.  

Trent’anni dopo lo scudetto: Pasquale Liguoro sugli spalti con Nando Gentile, Rosario Pascarella in postazione radiocronaca al PalaMaggiò

Vincenzo Lombardi