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Nella nostra rubrica Fresco di Stampa proporremo ogni settimana libri recenti, nuovi, nuovissimi di autori locali e non solo, grazie alla collaborazione con la Spring Edizioni. Oggi incontriamo l’archeologa Lidia Falcone.

Che lavoro fa?

Mi considero innanzitutto un’archeologa, ma anche una guida turistica (con regolare autorizzazione). Come molti archeologi, ho svolto vari tipi di lavori, tutti più o meno riconducibili al settore dei beni culturali: archeologa, guida turistica, operatore didattico, operatore museale. Spesso ho svolto più lavori contemporaneamente. Quello dei beni culturali e del turismo non è un settore di lauti guadagni! 

Di dov’è?

Di Caserta. Sono nata a Caserta e vivo a Caserta. Ma non ho esitato a spostarmi e a cambiare città, per studi e per lavoro: ho studiato alle università di Napoli, Perugia e Firenze e Caserta. Ho lavorato per lo più in Campania, a Caserta e in altre città e località della regione, ma anche a Lecce e a Roma. Attualmente lavoro a Venafro e viaggio in auto da pendolare. 

Che rappresenta per lei il viaggio?

Ho viaggiato tanto, in Italia e all’estero. Per conoscere, imparare e scoprire luoghi, culture, mentalità e stili di vita diversi. Ho considerato il viaggio anche come un momento formativo complementare ai miei studi. Spesso ho viaggiato con pochi soldi. Risparmiavo volentieri su trasporti e alloggi, persino sul cibo, ma evitavo di risparmiare sui musei e sui cosiddetti luoghi della cultura e sull’acquisto di libri, fondamentali quanto il web per il reperimento di informazioni utili per affrontare il viaggio e soprattutto per documentarsi.

Quanto hanno inciso le sue esperienze di viaggio e di lavoro con la redazione della guida alla città di Caserta?

Abbastanza. D’accordo con la casa editrice Spring, abbiamo pensato ad un libro che contenesse tante informazioni, ordinate e organizzate a seconda dei “luoghi” della città da visitare e vedere, con la possibilità di approfondire alcuni argomenti (graficamente distinguibili dal testo della narrazione descrittiva principale).

Quindi ad un libro dal formato pratico e maneggevole e che fosse accessibile a tutti, per linguaggio e prezzo!

Da guida turistica e da turista mi piace avere la possibilità di accedere a tanti contenuti ed informazioni. Questo libro è rivolto a quei turisti che amano documentarsi bene, conoscere i vari aspetti dei luoghi da visitare. Ma è rivolta anche agli operatori del settore che nei loro itinerari propongono Caserta: è infatti la sintesi aggiornata di tante pubblicazioni specifiche dedicate ai singoli monumenti della città, raccoglie informazioni e dati frutto di studi e analisi di storici, architetti, storici dell’arte, cultori e appassionati che hanno studiato i vari aspetti della città di Caserta, consentendo di conoscerli. In anni relativamente recenti la città è stata finalmente oggetto di studi e ricerche anche da parte di archeologi che hanno incominciato ad indagare su alcuni aspetti relativi alle fasi più antiche della città: dalle tombe “sannitiche” rinvenute già all’epoca della costruzione della Reggia fino ai recentissimi scavi archeologici al castello di Casertavecchia. 

Diciamo che l’ho scritta pensando alle esigenze degli “addetti ai lavori” e dei turisti. Pertanto va a colmare una lacuna editoriale perché non esisteva una guida completa della città di Caserta; inoltre, ha una consistente bibliografia dove sono reperibili i riferimenti bibliografici di tutti i testi consultati. Per le loro esigenze, stiamo pensando di inserire nell’edizione aggiornata mappe e piante utili per l’orientamento alla visita dei luoghi, non presenti nella prima edizione perché ci eravamo concentrati di più sui contenuti. 

Infine, mi sono resa conto che questo libro poteva essere rivolto anche ai casertani, soprattutto “acquisiti”, spesso ancora “ospiti” della propria città piuttosto che consapevoli “padroni di casa”. 

Pensa che il turismo e la cultura siano importanti per l’economia della città di Caserta? 

Fondamentali. Anzi imprescindibili. Ne sono convinta. Non solo per Caserta, ma per tutta l’Italia. La pandemia del coronavirus è una batosta per il settore, dove infatti si sono registrati i primi “blocchi”, con conseguenze che hanno riguardato le varie imprese del settore e dell’indotto. Ma può rappresentare anche un’opportunità, per ricominciare con più consapevolezza, magari in maniera diversa: penso ad esempio anche ad un turismo più sostenibile, che valorizzi ed apprezzi gli aspetti meno clamorosi e sdoganati del patrimonio culturale. La riscoperta dei sapori della tradizione, di un particolare architettonico o di uno scorcio di un paesaggio non è possibile con i tour mordi e fuggi, dove tutto è rigorosamente programmato e sottoposto ad un rigido cronoprogramma, dove non c’è spazio per una passeggiata slow nei centri storici. 

Questo intento traspare anche dalle immagini che corredano la guida. Ammetto che più foto dei monumenti famosi della città avrebbero reso il prodotto più appetibile, ma (per vari morivi, anche editoriali) abbiamo puntato su foto originali che cogliessero aspetti meno noti ma ugualmente degni di considerazione, abilmente colti dall’obiettivo di Fulvio De Lucia, fotografo che non conoscevo ma di cui ho apprezzato la capacità ed il coraggio di cogliere e valorizzare alcuni scorci della città, anche quelli attualmente in degrado. Basti pensare che una delle mie foto preferite riguarda la chiesetta di Sant’Elena, accanto alla quale si trovava la casa di Luigi Vanvitelli. Pur versando in un evidente stato di degrado, la considero una bella foto, molto significativa, forse anche per motivi biografici personali. Ma questa è un’altra storia.  

elianariva