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L’episodio del decesso del giovane 35enne lo scorso 12 febbraio è la punta di un iceberg pronto a liquefarsi.
L’increscioso avvenimento ha rivelato l’assenza a bordo dell’ambulanza di personale medico. Tutto è stato lasciato all’intervento del personale sanitario (infermieri) dell’organizzazione di volontariato che gestisce gli interventi d’urgenza ed emergenza per conto dell’Asl di Caserta.


Allora via al consueto tam tam mediatico: comunicati sindacali, comunicati politici, interrogazioni varie. E nel frattempo, tra finto stupore e costernazione, l’ambulanza riparte senza medico a bordo.
Ma c’è la promessa dalla Direzione Sanitaria all’unisono con la Regione Campania di aver predisposto fondi e gare per scongiurare il pericolo di rivedere un’ambulanza senza medico. Alleluia.
Ma tutto il resto?
Eh sì, perché l’Asl di Caserta il 5 ottobre del 2018 pubblica il bando dal titolo: “Procedura per l’affidamento in convenzione del servizio di trasporto infermi in emergenza (118) per la A.S.L. Caserta”. La scadenza? 5 dicembre 2018.
Il successivo 12 dicembre sarebbe dovuto essere il giorno della seduta pubblica di gara con l’apertura delle buste. Sarebbe, perché giorno 11 arriva a firma del responsabile del procedimento, dr Giacomo Feola la seguente comunicazione: “la seduta pubblica di apertura delle offerte, già prevista per il 12.12.2018, viene differita a data da destinarsi”.
Ad oggi, nessuna comunicazione sul prosieguo della procedura. Non solo, ma neanche alcuna motivazione di tale differimento. Nessuna.
Il servizio? Si continua con la Misericordia di Caivano, o meglio la ex Misericordia, visto che a seguito di tantissime denunce arrivate alla Confraternita Nazionale, anche dopo diversi servizi televisivi, il Governatorato Nazionale non ne riconosce più l’appartenenza.
Tranne gli stemmi e la denominazione che sono stati rimossi dalle ambulanze e dalle divise (non sempre tra l’altro) nulla è cambiato: i lavoratori restano volontari. Già! Gli infermieri professionali (regolarmente iscritti all’ordine), proprio quelli che in questi giorni sono costretti a sostituirsi ai medici pur di prestare soccorso, curare, a volte realmente salvare vite non sono lavoratori ma volontari.
E la denuncia delle Iene se in tutta la Campania ha sortito effetti, a Caserta meno di meno. Si lavora a 50€ al giorno, per turni di lavoro di 12 ore con modalità rimborso. Contro legge, per intendersi: l’attività del volontario non puo’ essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attività soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attività prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario.
50 € al giorno per 12 ore di servizio che spesso diventano 24, perché basta che un solo infermiere od autista prenda la febbre e via alle 24 ore consecutive di servizio. Nessuna tutela previdenziale né assistenziale; alcun adempimento di sicurezza sul lavoro (e questo è già di per sé un reato penale): gli operatori sanitari provvedono in proprio ai vaccini, agli antibiotici e alla profilassi visto che l’emergenza può riguardare anche epidemie, per poi abbracciarsi la croce perché la stanchezza non prenda il sopravvento.
Ed è solo la prima puntata. Come si dice in questi casi: continua…
An. Re.

Redazione On Line