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MADDALONI- Sono passati 15 mesi da quando quattro gatti si opposero all’intervento di chiusura o muratura coatta del passaggio a livello di via Appia. Da allora, si sono susseguite trattative, incontri serrati a Roma con l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. Il 24 luglio la convenzione con Rfi, contenenti tutte le richieste di garanzia e integrazione chieste dal sindaco Andrea De Filippo e le opere sostitutive per la viabilità (comprensiva della “tangenziale esterna” dallo svincolo Saint Gobain, alla via Appia, fino a via de Curtiis) approderà in Consiglio Comunale. E in aggiunta la convenzione per l’abbattimento e ricostruzione del “Ponte Vapore”, altra opera mai voluta, sempre avversata dal Comune di Maddaloni e mai entrata nell’ agenda di nessun candidato. Stiamo parlando dei mitici programmi elettorali con annesso scopiazzo o copia e incolla compulsivo. Siamo al bivio: da una parte opere necessarie (che saranno inevitabili con il completamento della linea Ac/Av Bari-Napoli). Dall’altra, gli shuntatori/interratori che pretendono intervento da 250 milioni euro. In mezzo, una imbarazzante collezione di sconfitte dove i giudici, nel condannare il Comune di Maddaloni, hanno dipendenti a tinte fosche l’operato della sua classe dirigente “colpevole di aver disatteso unilateralmente accordi liberamente sottoscritti e volontariamente danneggiato i i cittadini”. C’è una quarta scelta: voltare pagina e realizzare opere necessarie per il territorio. Si dovrebbe chiudere in 15 mesi quello che non si è fatto in 49 anni. Vedremo se Maddaloni, nella sua articolazione politico-istituzionale come e in che modo vorrà cambiare passo e cancellare una storia poco gloriosa.



Redazione