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Il Governo con il Decreto Liquidità pare non abbia garantito le necessità attuali delle imprese e dei titolari di P.Iva. Lo dichiara l’avv. Ruggiero Stefanelli della FILP Cisal di Casagiove, secondo cui la manovra oltre a varie criticità – per esempio la necessaria autorizzazione da parte della Commissione Europea per i prestiti alle piccole e medie imprese come espressamente previsto dal comma “m” dell’articolo 13, con “possibile” allungamento dei tempi per le imprese di avere i finanziamenti dalle banche per fronteggiare la risi da Coronavirus – si presenta come un aiuto non per la “sopravvivenza” (unica cosa necessaria in questo periodo) ma una modalità di sostegno che potrebbe, con delle necessarie modifiche (per esempio con l’inserimento, oltre della garanzia statale, di una percentuale di finanziamento a fondo perduto) garantire la ripresa e/o il rilancio dell’economia nel post Covid 19.

Le parti in gioco, infatti, devono essere aiutati a “rimanere in vita” con forme di sostegno diretto e gratuito e non in forma di prestito, seppur garantito.

Esempi di forma di sostegno per le imprese, prosegue l’avv. Stefanelli, potrebbero esser sia il pagamento da parte dello Stato dei debiti oggi esistenti nei confronti di molte imprese anche con una piccola falcidia del 15/20% (ciò garantirebbe anche una riduzione del debito dello stato), sia il pagamento diretto e gratuito (e non in forma di prestito, seppur garantito) di una somma di denaro mensile pari al 10% del fatturato prodotto e ultimo dichiarato fino alla riapertura delle attività o almeno per 4/6 mesi.

Redazione On Line