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Diramata ordinanza di divieto di coltivare (semina e raccolta) nonché  commercializzare  i prodotti agricoli nelle aree invase delle esondazioni fognarie dell’ex-Casmez. Allegato al severo provvedimento anche una cartina dei terreni che sono potenzialmente bersaglio delle onde di piena. Su quest’ultimi, ogni volta che c’è un allagamento, scatta l’interdizione.  E’ fatto obbligo pure, per tutte le aziende agricole, che non sono state invase dalle acque nere a «produrre un rapporto analitico» di assenza della contaminazione prima di immettere i prodotti sul mercato

MADDALONI- Su indicazione delle autorità sanitarie e degli organi di controllo, «è fatto divieto di coltivare (semina e raccolta) nonché  commercializzare  i prodotti agricoli nelle aree invase delle esondazioni fognarie dell’ex-Casmez». Allegato al severo provvedimento anche una cartina dei terreni che sono potenzialmente bersaglio delle onde di piena. Su quest’ultimi, ogni volta che c’è un allagamento, scatta l’interdizione.  E’ fatto obbligo pure, per tutte le aziende agricole, che non sono state invase dalle acque nere a «produrre un rapporto analitico» di assenza della contaminazione prima di immettere i prodotti sul mercato. Così, dopo 20 anni di denunce, interrogazioni parlamentari, nel consiglio regionale e segnalazioni alla Procura della Repubblica e di passerelle dei soliti noti (oggi silenti), le sabbie maleodoranti, lasciate dagli allagamenti sono state improvvisamente classificate come agenti inquinanti. Un provvedimento paradossale e inutile che colpisce gli effetti e non rimuove le cause. Si perseguitano i danneggiati e proteggono i responsabili di questo disastro ambientale. C’è una nota dell’Asl (del maggio scorso) che invitava a porre misure di tutela. Ma la cosa più clamorosa è che la Regione (Ufficio Ambiente ed Ecologia) ammette, con nota ufficiale del luglio scorso, che “l’intervento di potenziamento infrastrutturale risolutivo risulta ancora privo di finanziamento”. E’ documentato che le esondazioni sono causate dalla carente o omessa manutenzione di un collettore regionale che serve tre province. Ma il problema è degli alluvionati.

Redazione